Anziana morta, i testimoni: "Voleva ospitare persone. Incrociai un uomo mentre usciva"

Da Monciatti, titolare del locale preso in affitto, all’artista Vita Di Benedetto: "Mi raccontò che una donna le aveva rubato gioielli e 900 euro". "I soldi per lei erano ancora di salvezza"

Siena, 29 settembre 2022 - "Un po’ sono rammaricato che non mi abbia chiesto aiuto, le avevo detto diverse volte di telefonarmi se aveva bisogno. Più di questo però non potevo fare". Nella voce di Lorenzo Monciatti c’è tutto il dolore per la scomparsa di quell’anziana "che a volte si rivolgeva a me quasi come una nonna. Nell’ultima telefonata mi rincuorava dicendo di resistere perché poi sarebbero venuti i momenti positivi. Sempre ben vestita. Portava uno chignon per nascondere delle cisti sulla testa, camicetta e pantaloni stretti, cintura in vita. Aveva stile. Una bella signora per la sua età. Ma quei tacchi, non camminava bene e glielo dicevo. In casa, quando andavo a consegnarle l’affitto per la mia attività, con le ciabatte si muoveva senza problemi", racconta ancora. L’ha già fatto per due ore alla Squadra Mobile, mercoledì notte, visto che il locale dove gestisce il kebab in via Simone Martini era di proprietà di Anna Burrini. Descritta come una persona che ci sapeva fare con gli affari. "Credo che abbia sempre considerato il denaro come un’ancora di salvezza, la faceva sentire più tranquilla. Veniva da una famiglia umile, il padre allevava gli animali, il fratello morto giovane. E anche l’abitazione che aveva sul Garda raccontava di averla acquistata con la vendita dell’attività sartoriale e di sete in via Montanini", aggiunge Monciatti ricordando le chiacchierate fatte quando saliva a portargli l’affitto.

"Era una persona buona – aggiunge – non faccio fatica a credere che possa essersi circondata di persone non giuste per una come lei che credeva appunto nella bontà di tutti", aggiunge. Ricorda di aver incrociato una volta mentre entrava nell’appartamento all’ultimo piano di Largo Sassetta un ragazzo che forse teneva un monopattino sotto il braccio e aveva lo zaino rosso. "Non fu molto caldo nel salutare, magro, capelli a spazzola. Poteva avere i tratti balcanici. Ricollegai la sua presenza ad una frase che mi aveva detto Anna e pensai ’allora si è messa davvero qualcuno in casa’", spiega ancora Monciatti.

C’era un rapporto di grande cordialità anche con la mamma di Lorenzo, la nota artista Vita Di Benedetto. "Come ho detto anche alla polizia il 17 settembre Anna mi chiese un piacere, se potevo pagargli alla Posta un F24. Firmò tutto e io lo feci. Il 20 mi chiamò al cellulare (mostra la telefonata, ndr) per chiedermi dov’era mio figlio. Voleva sapere se fosse intenzionato ad acquistare il fondo del kebab e anche il magazzino che si trova più avanti, quasi in curva. Intendeva venderlo ma lui aveva altri piani. Un paio di volte l’ho incrociata anche al supermercato con il carrello", spiega Di Benedetto. A cui Anna aveva confidato un episodio capace di metterla di malumore. Sicuramente prezioso per gli investigatori. "Mi riferì – aggiunge infatti – di una donna che le aveva rubato gli ori vecchi che aveva in casa e anche 900 euro. Anna era una signora di altri tempi. Voleva sentirsi le spalle coperte, forse li aveva messi da parte".

Che affittasse le camere dell’abitazione sembra ormai senza dubbio stando alle testimonianze di chi la conosceva e delle famiglie che abitavano nel palazzo nello slargo sotto Ravacciano. Ma l’amministratore del condominio, lo studio Perugini conferma "di essere a conoscenza che solo lei vivesse in quell’abitazione, del resto non era tenuta a comunicare a noi se c’erano altre persone. Del palazzo ci stiamo occupando da poco tempo – rispondono –, mi sembra che all’ultima assemblea non fosse venuta".