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Antonio Sanò, l’arte dell’ironia. La forza di passioni senza tempo

Una foto una storia Dalla Contrada alla goliardia, dal collezionismo alle rievocazioni napoleoniche

Antonio Sanò nei giorni di Palio, nella foto di Augusto Mattioli

Antonio Sanò nei giorni di Palio, nella foto di Augusto Mattioli

Nella foto di Augusto Mattioli una significativa immagine paliesca di Antonio Sanò. Non lo conosco personalmente ma siccome questa città è un giro di boa, una rituale passeggiata con le stesse facce, mi viene da dire che è uno di quei personaggi che vedo identico da sempre. Eppure siamo tutti irrimediabilmente invecchiati, ma c’è chi riesce a farlo restando fedele alla propria immagine. E non credo che sia solo coerenza.

Non conosco però il suo segreto, la sua formula magica. Lui probabilmente si. Istriciaiolo: sfogliando il divertente L’Anazione, quando si faceva ancora satira e non eravamo affogati nel politically correct, lo troviamo tenente vittorioso nel Palio Straordinario del ’72, un settembre dove piovve un po’ ovunque meno che in Camollia. E in quelle sue foto non lo trovo poi molta differente da oggi: probabilmente il segreto per rimanere giovane sta nell’avere una sregolata predisposizione a certe passioni: la Contrada, di cui è stato Priore negli anni novanta, le Ferie Matricolarum, Princeps nel 1969, che a lui sono piaciute tanto da smentire dicerie che certi modus vivendi appartenessero rigorosamente a certe aree politiche, lui che ha fatto anche dell’impegno sociale una parte del suo percorso.

A vederlo, appassionato anche di rievocazioni di battaglie e collezionista (forse qui sta anche la capacità di non invecchiare) di soldatini d’epoca, mi fa capire che dentro una persona ’matura’ c’è un’altra più giovane che magari si sta ancora chiedendo come cavolo ha fatto il tempo a passare così in fretta. Chi ha passioni, ne so qualcosa, segue un vangelo non scritto che dice che siamo giovani una volta sola, ma felicemente e volontariamente immaturi per sempre. Sicuramente di quello spirito un po’ sessantottesco, in Sanò qualcosa è restato, lo si nota proprio nello spirito di certe interviste, di certi atteggiamenti.

Del resto essere giovani e non avere mai un moto rivoluzionario è quasi una contraddizione biologica. "Posso perdere una battaglia, ma non perderò un minuto!", la frase di Napoleone, non citata a caso visto il suo interesse per quella epoca, ben si adatta al suo percorso. Salvato dall’ironia e credo anche dall’autoironia, Antonio Sanò gioca con il mondo affinché il mondo non giochi con lui. E poi nell’eccessiva serietà di altre figure, non vedo mai genialità, mi appaiono solo ombre che fanno tristemente un po’ ridere.

Massimo Biliorsi