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Alluvione in Massetana: "In tanti ad aiutarci. Ora più manutenzione e un piano urbanistico"

Parla Massimiliano Galardi, presidente dell’associazione della via. Il ricordo di quegli attimi tremendi e la sfida per ripartire subito.

Parla Massimiliano Galardi, presidente dell’associazione della via. Il ricordo di quegli attimi tremendi e la sfida per ripartire subito.

Parla Massimiliano Galardi, presidente dell’associazione della via. Il ricordo di quegli attimi tremendi e la sfida per ripartire subito.

Il torrente che esonda. E che in pochissimo tempo impatta con gli edifici presenti. Diventa una furia. Allaga attività economiche. Spalanca le porte. Distrugge quello che trova nella sua folle corsa. Un cavallo imbizzarrito che non trova tregua. E lascia solo fango e distruzione. "In Massetana abbiamo vissuto una situazione rarissima, ma eEvidentemente c’è una realtà con cui fare i conti. Va cambiata la logica di intervento, anche della gestione quotidiana dei torrenti. Il Comune c’è stato e ringraziamo Protezione civile, amministrazione, Vigili del fuoco per la presenza, il sindaco, gli assessori e tutti i dipendenti".

Parte da qui Massimiliano Galardi, presidente dell’Associazione di via Massetana Romana, per fare il punto sull’alluvione che ha colpito la zona per l’esondazione del Tressa (l’intervista è di mercoledì). "Purtroppo c’è ancora fango. In modo particolare dietro la Performance. E poi rifiuti da portare via. Dobbiamo dire che Sei non ha brillato. I bisogni sono ancora tanti. Poi toccherà ai rimborsi e al pagamento dei danni. Chi pagherà?".

Questa è la domanda che si fanno tutti.

"Non sappiamo ancora se ci saranno rimborsi, a chi chiedere, da dove arriveranno, se dobbiamo fare domanda attraverso le associazioni di categoria o altro. Aspettiamo indicazioni, sperando che qualcuno paghi. I danni sono importanti".

Sono intervenuti i mezzi per togliere il fango?

"Non ovunque. Il panificio ha chiamato un mezzo a spese proprie, così come altri. Poi con gli idranti degli antincendio, con le manichette, abbiamo pulito. Ma ci sono zone in cui questo non basta. I danni più importanti sono stati nelle attività più basse, verso la tangenziale. È qui che il Tressa è andato a sbattere. Un torrente assente che tutto ad un tratto è diventato presente e pericoloso".

Qualcuno non sa neppure che quel torrente scorre lì.

"Esattamente. È stato tombato anni addietro, frutto di una visione urbana di Massetana tutta sbagliata a cui ora dovremmo mettere mano per fare un riordino, almeno stradale e di sosta, senza prevedere nuovi sviluppi edilizi. In più c’è la manutenzione: vista la frequenza con cui si presentano questi eventi eccezionali, da parte del Consorzio di Bonifica c’è bisogno di maggiore attenzione. Il letto del torrente va tenuto più ordinato e libero. È un impegno che chiediamo e che siamo sicuri il Comune farà proprio".

Quando siete ripartiti?

"Noi già il giorno dopo l’alluvione, sono venuti in tanti a dare mano e li ringrazio tantissimo. Come ’L’angolo del caffè’ non abbiamo avuto grande danni. Avevamo delle scatole con caffè su alcuni pancali che sono state buttate, il caffè lo abbiamo salvato. Non possiamo dire la stessa cosa per il cioccolato. Noi non abbiamo l’assicurazione per alluvioni, quindi è da capire cosa accadrà. Credo diventeranno obbligatorie, ma sono convinto che non sia giusto. Non possono pagare le imprese per errori o inefficienze di altri".

Cosa vi aspettate ora?

"Che si finisca di pulire, che le notizie circa rimborsi ecc.. possano essere veloci e che le risorse siano di facile accesso. Non solo. Speriamo di poter definire anche delle responsabilità e che siano fatti gli interventi giusti per prevenire. In questo Paese non è mai colpa di nessuno. Noi che lavoriamo con le imprese le responsabilità siamo abituati ad assumercele e trovare le soluzioni. Questo tipo di approccio sono convinto sia fondamentale anche nei sistemi pubblici".