SIENA
Cronaca

Allarme casa Quei 55 posti letto dimenticati Così lo studentato donato è chiuso da 10 anni

Dalll’inaugurazione nel 1931 fino all’addio nel 2013. La prima residenza universitaria di Siena in via del Porrione attende una nuova vita

Allarme casa Quei 55 posti letto dimenticati Così lo studentato donato è chiuso da 10 anni

di Paola Tomassoni

Da una parte c’è la città che ‘colleziona’ e si permette grandi palazzi vuoti in centro storico; dall’altra due università costrette a fare bandi, indirizzati al privato, per cercare alloggi per i propri studenti. In questa ‘fame’ di posti letto, pur in un ricchissimo menu immobiliare, si inserisce la presenza di quella prima casa per studenti in centro storico da dieci anni chiusa e inutilizzata, a due passi da piazza del Campo: si tratta della ex residenza Il Porrione, nell’omonima via, di cui la città sembra essersi dimenticata. Era il 2013 quando un collettivo studentesco manifestava davanti allo storico palazzo, abbandonato da appena un mese dal Dsu Toscana, l’Azienda Diritto allo studio universitario che gestisce per conto della Regione tutte le case per studenti dislocate a ridosso delle tre sedi universitarie di Siena, Pisa e Firenze.

Lo storico edificio di via del Porrione è di proprietà di Sansedoni spa, catalogata oggi nel portfolio di Sagitta, partecipata dell’immobiliare senese, a sua volta partecipata da Fondazione Mps e fino al 2013 è stata affidata al Dsu, come studentato. Sono gli anni della crisi di Sansedoni che non può permettersi l’adeguamento strutturale dello storico palazzo, che viene lasciato dal Dsu. C’è il ricorso al Comune per l’assegnazione (nel piano operativo) di una nuova destinazione d’uso che renda appetibile l’immobile al privato: si parla di uso ricettivo pensando ad un albergo di lusso o al residenziale, con la svolta abitativa, chiesta fra l’altro dalla Contrada della Torre. Ma non matura nulla e a dieci anni di distanza Il Porrione è chiuso e inutilizzato.

Ai bei tempi ‘universitari’ nel grande edificio - con superficie di 1.929 metri quadrati - c’erano 55 posti letto, più ambienti comuni: un unico corpo di fabbrica di matrice medievale – si legge nella descrizione all’interno del portfolio di Sagitta - che si sviluppa su quattro piani fuori terra, un piano seminterrato e due ulteriori piani interrati. I piani sono stati interamente destinati a residenza universitaria. I due piani interrati sono occupati da alcune grotte a tufo, mentre il seminterrato e il piano terra sono adibiti a depositi, locali tecnici, e ambienti accessori allo studentato come sala studio, sala relax e lavanderia. Dunque, dietro al palazzo ‘fantasma’ di oggi, si cela la più antica e per tanti anni unica residenza universitaria in città: fu inaugurata nel 1931, al termine della ristrutturazione per volontà del Podestà Bargagli Petrucci, con finanziamento di Banca Mps.

A ricordo dell’operazione c’è all’ingresso una lapide di marmo firmata ‘Fondazione del Monte dei Paschi’ che ricorda ‘la volontà di offrire alla città una congrua sede in tutto predisposta al conseguimento di attirare nel glorioso ateneo senese il maggior numero possibile di studenti, offrendo loro facilitazioni di soggiorno’. L’edifico, appositamente, viene ceduto da Mps ai vari gestori che si succedono in cambio di un canone di affitto praticamente simbolico. Finché nel 1994 la residenza arriva all’Azienda regionale (il futuro Dsu): a questo punto il canone inizia a salire. Di pari passo emergono interessi speculativi che intravedono altri usi per il grande immobile; così come si manifestano le attenzioni delle Contrade, nel tentativo di riportare contradaioli nei rioni. A risolvere la vertenza è l’allora governatore del Monte, Divo Gronchi, che, nel rispetto delle volontà del 1931, decide di concordare un canone di affitto sostenibile e di finanziare la ristrutturazione, che termina con la nuova inaugurazione della residenza per studenti nel 2000. Dalla Banca la proprietà passerà alla Fondazione e da questa alla Sansedoni, per arrivare al declino, al passo indietro del Dsu e alla chiusura.