
Alberto Monaci, Richelieu a Siena. Parlamento e Regione dalla Dc al Pd
"Negoziate, negoziate sempre, anche mentre fate la guerra!" esortava il Cardinale Richelieu nella fasi più delicate e critiche della sua vita politica. Ed essendo la stratega per eccellenza, non possiamo che citarlo quando parliamo di Alberto Monaci, deputato del nostro territorio, nonché Presidente del Consiglio Regionale ed altre cariche accessorie. Una vita insomma dedicata proprio all’attenzione, nascendo come democristiano, verso il fare governo, senza aver mai considerato grande e piccolo lo scenario dove si stava muovendo. La grande si fa magari con la X Legislatura, protagonista delle commissioni Difesa, Bilancio e Lavoro della Camera, l’altra con la sua attività regionale e senese, ma siamo certi che l’impegno per Monaci è sempre stato identico, stessa passione e stessa capacità di incidere personalmente dove aveva indirizzato le sue attenzioni.
E Richelieu torna anche nel modo di interpretare il potere. Sempre con distacco, come se tutto venisse naturale, spontaneo. Senza inutili personalismi. Non a caso è figlio di quella "balena bianca" che è sempre uscita indenne da terremoti soprattutto ideologici, in tempi difficili per esercitare un raro e auspicabile senso dell’equilibrio. Dopo gli anni della Democrazia Cristiana ecco la sua adesione al PPI, di cui diventa Segretario regionale. Dal 2001 il naturale passaggio alla Margherita, per quella sua "attenzione popolare" che gli indica la strada verso sinistra nel momento della inevitabile diaspora. Ma dove ha mostrato di sapersi muovere con disinvoltura è a livello regionale: fondamentali le elezioni del 2000 con la sua nomina a Consigliere, confermando la carica nel 2005 e nel 2010.
Si ricorderà poi sicuramente il 23 aprile 2010 quando Monaci verrà eletto all’unanimità Presidente del Consiglio Regionale. Insomma, mise un’altra volta tutti d’accordo. "Per agire bene nel governo di uno stato bisogna ascoltare molto e parlare poco": lo ha detto Monaci? No, ancora Richelieu, ma poco importa, visto che entrambi hanno sempre messo a frutto questo saggio insegnamento. Non sono mancate polemiche, sempre inevitabili, proprio sul suo operare. Ma come ripeteva lo stesso cardinale francese, "Con due righe scritte da un uomo, si può fare un processo al più innocente". Si è sempre guardato attorno con astuta curiosità, seguendo il detto "E’ lecito imparare anche dal nemico". E Monaci non si è fatto mai mancare gli avversari, spesso più vicini a lui di quanto si possa immaginare.
Massimo Biliorsi