
Affitti brevi, crescita senza freni. Siena prima in Toscana per annunci
È uno dei grandi temi legati al turismo e alla vivibilità in particolare delle città d’arte: la questione degli affitti brevi, del cosiddetto albergo diffuso, sta diventando sempre più stringente e non solo in Italia, con tentativi di regolamentazione per via legislativa che spesso trovano ostacoli e resistenze. Il caso sta esplodendo in particolare a Firenze, dove la coesistenza tra sempre meno residenti e sempre più turisti di passaggio, all’interno dei condomìni nel centro storico, provoca serie difficoltà di convivenza. All’iniziativa ’Abitare le città del turismo’ che si è svolto a Firenze, promosso da Cgil Toscana, Cgil Firenze e Sunia, sono stati presentati i dati raccolti dall’associazione Progetto Firenze, guidata da Massimo Lensi, che riguardano anche la nostra provincia.
È stata Grazia Galli a illustrare i numeri: per quanto riguarda Siena, nel capoluogo il 60 per cento degli affitti brevi si svolge all’interno di condomìni, il 15 per cento in case autonome, il resto in altre tipologie di residenze. Per la provincia il dato cambia, in virtù dei differenti metodi di urbanizzazione: il 53 per cento è in condomìni, il 36 per cento in abitazioni autonome, il resto in altre tipologie. Dati sostanzialmente in linea con il resto della regione, dove spicca il dato dell’80 per cento di affitti brevi all’interno di condomìni a Firenze.
Ma c’è un altro numero che dovrebbe far riflettere: la provincia di Siena è la prima in Toscana, in rapporto alla popolazione, per annunci unici per short term rental, mappati dall’associazione Progetto Firenze dal sito AirDNA nel mese di ottobre. In totale la provincia ha raggiunto quota 8.683 annunci, la metà di Firenze (tre volte più grande per popolazione), 400 meno di Lucca che ha oltre centomila residenti in più.
E all’interno del dato provinciale, ne spicca uno in particolare: se Siena a ottobre ha registrato 1275 annunci unici, San Gimignano che ha meno di ottomila residenti ne conta 828. Un dato che colloca la città, patrimonio Unesco conosciuta nel mondo, tra le prime dieci posizioni in Toscana ed è figlio di una pressione turistica ben nota sotto le torri. E che fa il paio con un altro esorbitante, questo il primo in Toscana: sempre l’associazione Progetto Firenze du dati AirDNA e Istat ha calcolato il numero di annunci unici in rapporto alle abitazioni censite come ’non occupate’. Se la media regionale è del 12 per cento e in provincia di Siena è al 18 per cento, a San Gimignano tocca il 43 per cento.
"La degenerazione rispetto alle finalità iniziali di consentire un’accoglienza più autentica, familiare e di integrazione a quella alberghiera offerta dalle piattaforme online come Airbnb – sostiene la Cgil – ha contribuito ad alimentare l’espansione abnorme dell’impiego di abitazioni per finalità extra-alberghiere, soprattutto nelle grandi aree urbane, Firenze in primis e a seguire Pisa, Siena, Lucca, Arezzo. La possibilità anche in Toscana di aprire attività ricettive in immobili, in condomini residenziali senza richiedere cambio di destinazione d’uso, solo con il semplice ’obbligo’ di doverne dare comunicazione, sta cambiando, in molti casi irreversibilmente, la fisionomia di interi quartieri e di paesi espellendo residenti e con essi gli utenti di molte delle attività economiche e servizi pubblici pre-esistenti e volte a soddisfare principalmente la loro domanda e bisogni".
Sul tema, Firenze sta provando a regolamentare la questione, Siena da tempo ne dibatte. Ma sarà un argomento cruciale per la vivibilità delle città nei prossimi anni.