
Via le barriere architettoniche. Il Comune ha presentato il piano: "Deve essere un punto di partenza"
Ha avuto luogo ieri pomeriggio a palazzo civico – non a caso in concomitanza della giornata mondiale della giustizia sociale – l’ultima presentazione del piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche. Un’assemblea poco partecipata, probabilmente anche a causa dello scarso preavviso con cui era stata promossa dal Comune, ma decisamente attesa da troppo tempo. A presentare il piano che fungerà da strumento conoscitivo del territorio su cui improntare i prossimi interventi è stato l’architetto Luca Marzi, professionista esperto e appassionato cui era stata affidata a fine 2020 la redazione del Peba in convenzione con l’Università di Firenze. Un piano il cui iter amministrativo che porterà alla sua adozione e alla sua successiva approvazione da parte del consiglio comunale partirà dai prossimi giorni, ma ai cui principi, come ricordato dal dirigente Giovanni Mugnani, "l’amministrazione Ponzanelli si è sempre attenuta adeguandosi alla norma che risale al 1986 e facendo prevalere il senso civico".
Come nel caso del collegamento pedonale con collega Nave al centro storico, nel rifacimento e nella delimitazione del marciapiede situato di fronte alla pasticceria Francesco e allo stesso modo nella riorganizzazione dei parcheggi e del collegamento pedonale collocato all’esterno della Casa della Salute. Rispetto al passato da quando ci siamo insediati abbiamo adottato un approccio diverso e libero di barriere – ha commentato il sindaco Cristina Ponzanelli -. La nuova Poggi Carducci sarà accessibile a tutti. Quest’anno abbiamo destinato 150 mila euro a questo scopo, al contempo continuiamo a sollecitare i privati perché facciano la loro parte". "Per realizzare un Peba ci vogliono tante orecchie e tanto tempo – ha spiegato l’architetto Marzi -. Siamo partiti catalogando quelle che sono le barriere di comunicazione, quelle percettive e quelle fisiche, articolando in comune in tre aree e la situazione che abbiamo trovato era decisamente critica".
Considerando che l’obiettivo cardine del piano è quello di poter garantire sicurezza per tutti, e non solo per i disabili, resta ancora molto da fare. "A Sarzana c’è bisogno di un kilometro in più di strisce pedonale da tratteggiare e presidiare – ha proseguito l’architetto Marzi -. Dei 25 kilometri di percorso analizzati, solo il 60% ha una minima condizione di parziale sicurezza. Servono poi pavimentazioni tattili, di cui Sarzana è totalmente sprovvista, cosi come di attraversamenti pedonali rialzati che sono utili non solo ai ciechi ma a tutti. Il 70% delle funzioni analizzate (che possono essere molteplici per edificio) presentano problemi, percentuale che si alza per i non vedenti che possono accedere con facilità solo a una parte della stazione e alle poste".
E ha concluso: "Il piano deve essere il punto di partenza che funge da base per i futuri interventi. Fondamentale il dialogo con la popolazione per individuare insieme, di anno un anno, quali siano gli interventi più urgenti".
Elena Sacchelli