Una parata arcobaleno sfila nelle vie cittadine Il via dal quartiere multiculturale di piazza Brin

L’intervista agli organizzatori della manifestazione di sabato: "E’ un evento aperto a tutti. Scendere in piazza significa lottare per i diritti"

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di Marco Magi

Un’onda arcobaleno colorerà la città, come mai è successo. Il ‘La Spezia Pride’, che culminerà con la parata in programma sabato, sta facendo parlare di sé, al di là degli eventi a corollario che sono già stati presentati. Noi abbiamo voluto parlarne con chi ha tirato le fila del progetto, ovvero Valentina Bianchini (presidente di Raot - Rete anti omofobia e transfobia), Stefano Di Gangi (direttore artistico) e Alice Parodi (responsabile logistica parata). In Italia, le prime manifestazioni, negli anni Settanta sull’onda americana, poi nel 1994 il primo Gay Pride nazionale ufficiale.

Perché si è arrivati fino al 2022 per vedere il ‘La Spezia Pride’?

"In realtà è da diversi anni che si sentiva nell’aria questa esigenza – spiegano – . Mancava fondamentalmente un coordinamento e la capacità di riunione di persone e soggetti, attorno allo stesso obiettivo: quello di gridare il proprio orgoglio attraverso un corteo, che attraverserà la città passando per i suoi punti nevralgici, da piazza Brin, cuore storico e multiculturale, alla zona del porto, ossia luoghi di marginalità urbana e sociale, che devono riacquistare rilevanza".

Credete che qualcuno potrà osteggiare in qualche modo la vostra parata?

"Non accettiamo alcuna forma di discriminazione, è proprio questa la ragione per cui scendiamo in piazza e cavalchiamo l’Onda Pride. Non ci interessano moti d’odio, che possano avere fondamento attorno al nostro evento. Avremo comunque un servizio di sicurezza al nostro interno, che avrà il compito di accompagnare le persone in parata, senza rispondere con violenza alla violenza. La parata, nei suoi toni vivaci ma consapevoli, è la prassi per decostruire l’odio, non l’occasione per fomentarlo".

La parata è aperta a tutti? Chi vorreste in particolare che partecipasse?

"Ovviamente sì. Le persone della comunità Lgbtqia+, così come le famiglie, i cittadini e le cittadine. Scendere in piazza significa supportare gli ideali di autodeterminazione, lottare per i diritti di tutti e distruggere l’odio. La parata è ciò che avvicina alla città, quindi non c’è nessuna persona che a priori venga esclusa, ovviamente nel rispetto delle regole della parata".

Come pensa reagiranno gli spezzini che osserveranno la parata?

"Speriamo che si uniscano a questa grande manifestazione, diventandone parte e non spettatori".

Perché una parata è meglio di un congresso d’approfondimento su discriminazioni e vessazioni?

"La parata nient’altro è che il culmine di un lungo percorso, iniziato anni fa da Raot e da tante persone e soggettività, che ha visto negli ultimi mesi eventi, iniziative e dibattiti con l’obiettivo di creare coscienza e consapevolezza attorno ai temi Lgbtqia+ e non solo. Alla fine di questo cammino sentiamo sia giusto scendere tra le strade della nostra città, per affermare la nostra identità e prenderci gli spazi, nostri di diritto. E di condividerli con la gente".

I casi di omobitransfobia in Italia sono sempre troppi. Come si ferma questa cultura dell’odio?

"L’unico vero strumento che abbiamo a disposizione per disinnescare il meccanismo dell’odio, è la cultura, l’informazione, la consapevolezza che si realizza attraverso eventi come il Pride. Appuntamenti che si portano dietro una striscia di iniziative mirate a diffondere il manifesto politico, che non tratta solo delle lotte Lgbtqia+ o delle lotte per i diritti civili, ma anche istanze legate al transfemminismo, ai corpi non conformi, all’immigrazione, al diritto del lavoro, alla salute, all’ambiente e all’antispecismo".

Alcuni partiti, in particolare di destra, hanno osteggiato a livello nazionale leggi e concessioni di diritti alla comunità Lgbtqia+. Come è andata qui in città, dove dal 2017 al comando c’è una coalizione di centrodestra?

"Negli ultimi 5 anni si percepisce una grande assenza di politiche locali mirate ad accogliere le istanze portate avanti dal movimento. Per conto nostro abbiamo esteso l’invito alla partecipazione in parata solo ai sindaci dei Comuni della provincia, che condividono con noi gli ideali di rispetto, fari del nostro impegno. Molti di loro saranno presenti in testa al corteo. Non abbiamo invece ammesso bandiere di partiti politici".

Cosa credete che cambierà alla Spezia, dopo il primo ‘La Spezia Pride’?

"Domenica 26 giugno Spezia si sveglierà come una città migliore. E noi saremo già al lavoro sul ‘La Spezia Pride 2023’".