Un torrente pericoloso paralizza l'area Tavolara

L’esondazione del San Lazzaro oltre 4 anni fa ha fatto diventare zona rossa la piana dove i Comuni avevano progettato una serie di capannoni produttivi

Una delle tante discariche spuntate nell'area di Tavolara (foto di repertorio)

Una delle tante discariche spuntate nell'area di Tavolara (foto di repertorio)

Castelnuovo Magra (La Spezia), 24 gennaio 2020 -  Sventola la bandiera rossa nell’area di Tavolara. La progettazione di una nuova zona artigianale condivisa territorialmente con Sarzana resta un sogno, o comunque un impegno tutto da verificare per l’amministrazione comunale di Castelnuovo Magra. Lo sviluppo è infatti legato al vincolo per il rischio idrogeologico sposto dalla Regione Liguria e ancora esteso sul versante castelnovese. Libero da rischi di esondazioni l’area sarzanese dove lo sviluppo produttivo annunciato dal Comune ormai dieci anni fa comunque non riesce a partire. Quindi su entrambi i fronti la distesa verde è ancora incolta e di investimenti in capannoni e posti di lavoro non si vede traccia, mentre nel frattempo sono aumentate le strutture abbandonate. Per Castelnuovo il primo problema, al momento, è il reticolo idrico del torrente San Lazzaro del quale fino al novembre 2014 soltanto pochi residenti conoscevano l’esistenza. Un corso d’acqua mite e comunque con una portata di regola non pericolosa. Ma la notte del 5 novembre proprio il San Lazzaro contribuì, con il torrente Parmignola, ad allagare gran parte della piana, da Castelnuovo a Luni. Una situazione ritenuta ad alto rischio idrico e la Regione Liguria la identificò come “zona rossa” impedendo di fatto qualsiasi progettazione da Marinella alla piana di Castelnuovo. La manutenzione del San Lazzaro è curata dal Consorzio Canale Lunense anche se la competenza è del Comune.

Abbiamo incontrato il consorzio di bonifica – ha spiegato il sindaco Daniele Montebello – per un confronto sulla messa in sicurezza delle sponde. Occorrono le risorse anche perchè la Regione non ha finanziato la progettazione facendo capire comunque che in caso di presentazione di un piano di intervento potrebbe contribuire. Ma siamo ancora fermi al palo". E comunque, alluvione e zona rossa a parte, la programmazione dell’area artigianale di Tavolara, come accaduto a Sarzana, non ha mai spiccato il volo portando soltanto a un’opera infrastrutturale inaugurata qualche estate fa ma mai completata. La realizzazione di una strada, unico pezzo in asfalto tra tanta terra, buche profonde e degrado, nell’idea degli amministratori del tempo doveva rendere appetibile la grande area. Sul versante castelnovese è stato realizzato il primo tratto che consente ora ad un’impresa di svolgere la a svolgere la propria attibità. Un intervento concordato con il privato proprio per garantire all’azienda, leader mondiale nella carpenteria, di portare fuori dal capannone i carichi speciali e raggiungere il porto di Marina di Carrara per arrivare a destinazione in mezzo mondo. Per completare lo stradone che doveva collegarsi con via Alta occorre ora un ulteriore investimento che, in questo caso, compete al Comune di Sarzana.  

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