
Spazio all’agricoltura sociale Nuova vita per i ’fratelli preziosi’
Non è soltanto una residenza psichiatrica ma una grande casa all’interno di uno spazio verde, nella quale gli ospiti si chiamano "fratelli preziosi" e da qualche tempo qualcuno ha iniziato anche a vivere in autonomia nei nuovi appartamenti ricavati proprio per agevolare il loro ritorno alla vita di tutti i giorni. La casa di cura psichiatrica dell’Olmarello gestita dalla Cardinal Maffi a Castelnuovo Magra da qualche anno significa anche lavoro nella vigna e nei campi insieme agli esperti che hanno insegnato l’arte ai volenterosi collaboratori. La vigna di Olmarello è entrata a far parte dei progetti di "Agricoltura sociale" che ha visto coinvolte aziende agricole e soggetti fragili di tre distretti nel bando di Regione Liguria destinato all’agricoltura sociale Psr 2014-2020 e diventerà anche una... buona bottiglia. Mezzo ettaro di territorio sarà coltivato all’interno del grande parco della residenza psichiatrica di Olmarello impegnando 6 fratelli e sorelle e l’azienda vitivinicola di Luni di Andrea Marcesini che ha messo a disposizione la propria esperienza, professionalità e passione. Iniziando dalla posa delle prime barbatelle che sono cresciute e che, nonostate il periodo del Covid, stanno diventando realtà con un traguardo chiaro all’orizzonte: la prima vendemmia. Un percorso che viene da lontano e che è confluito, grazie alla sinergia tra Fondazione Casa Cardinale Maffi e Asl 5 come capofila, nel progetto europeo Agricoltura Sociale.
E così si è arrivati al progetto "Una vigna per rinascere: custodi a 360 gradi" che: è questo il progetto che tra poche settimane porterà alla prima vendemmia del vino che porterà in nome di "Prezioso". Ma è soltanto una tappa di un cammino che ha sempre nuovi obiettivi utilizzando altre porzioni del terreno intorno alla Cardinal Maffi presieduta da Franco Falorni.
"Siamo sempre pronti a lavorare – ha detto Michele Passarelli Lio, direttore generale Fondazione Casa Cardinale Maffi – in stretta collaborazione con i territori dove operiamo, per il bene dei nostri fratelli preziosi; per questo non possiamo che ringraziare la Asl 5 per questo progetto. Vogliamo continuare la strada intrapresa perchè integrazione e reinserimento sono concetti che vanno declinati insieme alle istituzioni ed alle popolazioni che vivono e lavorano vicino a noi".
Massimo Merluzzi