Sotto la polvere spunta un tesoro artistico, Palazzo Cornelio verso l’antico splendore

Dipinti antichi, cornici e affreschi scoperti nel corso dei lavori di adeguamento sismico disposti a Castelnuovo dopo il terremoto

Il sindaco Daniele Montebello mostra lo stato di avanzamento dei lavori a Palazzo Cornelio (Foto Pasquali)

Il sindaco Daniele Montebello mostra lo stato di avanzamento dei lavori a Palazzo Cornelio (Foto Pasquali)

Castelnuovo Magra (La Spezia), 5 aprile 2024 – Un tesoro artistico nascosto sotto la polvere, coperto tra armadi, mensole e faldoni degli uffici comunali. Dipinti antichi, cornici e affreschi sono rimasti ’addormentati’ per anni, quasi cancellati dall’umidità, dalle mani di stucco e vernice che nel corso del tempo li hanno ricoperti o comunque resi meno visibili. Il patrimonio di palazzo Amati Ingolotti Cornelio deve la sua riscoperta al terremoto che lo ha fatto tremare aprendo pericolose fessure e costringendo il Comune di Castelnuovo Magra alla sua chiusura ma anche a decidere sulla sua nuova identità. Adesso, dopo un corposo finanziamento e un cantiere aperto da mesi, coadiuvato da uno staff di restauratori, le stanze stanno riprendendo colore e dalle pareti e soffitti sono spuntati gli affreschi che donano ai locali una straordinaria eleganza. Nonostante il cantiere aperto, tavoloni di legno, carriole e utensili ancora ben in vista. La nuova vita del palazzo (che dopo anni di proprietà privata era passato al Comune di Castelnuovo che lo ha trasformato nella sede di tutti gli uffici, con la parte interrata adibita a sede regionale dell’Enoteca), è in fase di realizzazione e a fine estate dovrebbe arrivare al traguardo.

"Se posso dirlo – scherza ma non troppo Daniele Montebello – uno dei motivi di dispiacere per non proseguire il mandato di sindaco è proprio quello di non entrare in questo meraviglioso palazzo. Ci sono passato come giovane consigliere comunale ma non ho mai avuto l’onore di viverlo da primo cittadino. Non lo sarò neppure quando verrà inaugurato, spero di cuore che il nuovo sindaco ne abbia cura".

Il palazzo nel centro storico del borgo collinare è stato sede del municipio dagli anni ’80, trasferendosi dall’edificio di piazza Querciola ora sede di Arci e Pro Loco, per poi ’fuggire’ nel 2013. Il terremoto che colpì la nostra zona fece male alle vecchie mura e da quell’estate iniziò il trasferimento di tutti gli uffici nell’ex scuola del piano mentre il museo dell’Enoteca è stato realizzato nel giardino esterno dello stabile. "E’ iniziata la ricerca dei finanziamenti – continua Montebello – che ha portato a dicembre del 2018 alla bella notizia. Il consiglio dei ministri ci aveva erogato 700mila euro ai quali ne abbiamo aggiunto 230mila. La prima gara per l’assegnazione dei lavori è andata deserta, poi abbiamo trovato la ditta Ingegner Buono Costruzioni che sta facendo un ottimo lavoro unito ai restauratori richiesti d alla Soprintendenza visto il patrimonio artistico presente". L’intervento di messa in sicurezza sismica dei tre piani consiste nell’installazione di catene di rinforzo e la chiusura di tanti punti di sfogo.

Finestre, porte, cavedi, buchi, divisioni che negli anni sono state realizzate stravolgendo l’assetto originale ma di fatto indebolendo la struttura. Sono stati sollevati tutti i pavimenti sotto i quali oltre ai rinforzi vengono fatti passare i servizi e poi ricoperti con le piastrelle originali tutte conservate in una stanza. Centinaia di pezzi impilati con precisione che saranno poi ricollocate al loro posto occupato da secoli.

Che farne per il futuro ? "Un centro culturale, una sede per mostre fotografiche in alternativa della Torre dei Vescovi di Luni che ha caratteristiche molto più impegnative per l’utenza, un museo del Vermentino – conclude Montebello – le prime idee ipotizzate. Ma anche uno spazio dedicato all’amministrazione con apertura di un ufficio a rotazione in alcuni giorni settimanali. I programmi ci sono, sarà la prossima amministrazione a decidere. Personalmente non lo riporterei mai a uso esclusivo del municipio".

Massimo Merluzzi