REDAZIONE SARZANA

Nuove aree contigue del Parco Due aziende si rivolgono al Tar

L’ampliamento deliberato comprende un totale di circa 1.160 ettari a cavallo tra vari territori. Le imprese ritengono che il provvedimento possa danneggiare le strutture ricettive presenti

L’ampliamento del Parco di Montemarcello Magra Vara finisce al Tar. È battaglia a colpi di carte bollate sul provvedimento con cui nel settembre scorso la giunta regionale ligure di intesa con il consiglio del Parco ha approvato l’individuazione di due nuove aree contigue al parco naturale regionale. Due i ricorsi al tribunale amministrativo regionale notificati nelle scorse settimane a Regione, Parco e Comuni interessati dall’ampliamento, promossi un’azienda agricola del Comune di Ameglia e da una società sarzanese specializzata nella compravendita di immobili, che si riterrebbero danneggiate dall’entrata in vigore del provvedimento che ha imposto di fatto l’ampliamento dei confini del Parco.

Nel dettaglio, il provvedimento approvato in prima istanza dal Parco lo scorso agosto, e poi dalla Regione Liguria, riguarda due aree: la prima è estesa per 1153,67 ettari, è localizzata nei Comuni di Ameglia, Castelnuovo Magra, Luni e Sarzana, e coincide per 486 ettari con la Zona speciale di conservazione ‘Piana del Magra’ e per 393,75 ettari con l’oasi faunistica di Marinella, zona di divieto venatorio. La seconda, riguarda un’area estesa per 16,28 ettari a cavallo trai Comuni della Spezia e di Lerici, tra le località di Pugliola e Pitelli. Aree dove "sono concentrati habitat e specie di interesse conservazionistico, in particolare di ambiente umido" come recita la delibera del Parco, e dove secondo la Regione potranno essere proposte "nuove opportunità per la valorizzazione del territorio del Parco naturale di Montemarcello Magra Vara, per la promozione delle attività agro silvo pastorali e tradizionali, nonché delle attività ricreative, di educazione, di fruizione e di gestione faunistica compatibili".

Una visione non condivisa dalle due società ricorrenti, proprietarie di strutture ricettive all’interno delle nuove aree contigue, che puntano ora all’annullamento del provvedimento. Nel testo del ricorso si evidenzia che "risultano del tutto oscuri e non percepibili gli obiettivi perseguiti attraverso l’istituzione delle aree contigue, cosi come i criteri in forza dei quali si è provveduto alla relativa delimitazione", e si sottolinea come "le aree contigue di nuova istituzione sono state definite senza alcun riguardo alle caratteristiche naturalistiche e ambientali dei territori compresi. Clamorosa l’inclusione anche di aree inequivocabilmente urbanizzate e, come tali, indiscutibilmente prive di qualsivoglia pregio e rilievo sotto il profilo naturalistico. L’area contigua di nuova istituzione, in realtà, non è affatto contigua all’area del Parco".

Matteo Marcello