
Il documento concordato con Anpi è stato votato soltanto dalla maggioranza di centrosinistra. Il sindaco Bertoni: "Non è accettabile una dichiarazione che sia seguita dai “però” e dai “ma”".
Una dichiarazione esplicita di riconoscersi nei principi e nelle norme della Costituzione italiana e di ripudiare il fascismo e il nazismo, di non professare e non fare propaganda di ideologie neofasciste e neonaziste, in contrasto con la Costituzione e la normativa nazionale di attuazione della stessa, di non perseguire finalità antidemocratiche, esaltando, propagandando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la Costituzione e i suoi valori democratici fondanti. Inoltre di non compiere manifestazioni esteriori inneggianti le ideologie fascista e nazista. Per realizzare una manifestazione o un evento sul territorio comunale di Vezzano è necessario sottoscrivere una dichiarazione inerente i valori della Resistenza antifascista e dei principi della Costituzione repubblicana, è questa la mozione presentata e votata dal gruppo consiliare “Vezzano democratica” in accordo con Anpi, anche in considerazione dei preoccupanti episodi degli ultimi giorni: "Non si tratta pertanto di una mozione anacronistica", ha precisato Daria Ferrari presidente del consiglio comunale.
Dalle fila dell’opposizione la consigliera Enrica Pasquinelli del gruppo “Il futuro è adesso” si è dichiarata antifascista ma non ha preso parte alla votazione: "Non contesto i valori espressi nella mozione ma il metodo, che è strumentale e divisivo; non è stata coinvolta la minoranza e vengono strumentalizzati dei valori per farne un’arma politica e per deviare l’attenzione dai problemi concreti del territorio". Con lei è uscito dall’aula anche il consigliere Carlo Tangerini. Il capogruppo della minoranza Jacopo Ruggia ha dichiarato di essere antifascista ma contrario alla richiesta della specifica dichiarazione di antifascismo: "Perché non chiedere anche di dichiararsi non rapinatori o dediti ad altri reati? E perché solo antifascisti e non anche anticomunisti o contrari a qualsiasi dittatura? Ogni regime autoritario provoca soprusi e morti; non ci sono morti di seria A e di serie B; a tutelarci c’è già la Costituzione e il Codice penale, perché chiedere una sorta di patentino per l’utilizzo i spazi e locali? È una proposta aberrante e lesiva della libertà".
Il sindaco Massimo Bertoni ha spiegato: "Vero è che c’è la legge ma si stanno moltiplicando episodi inquietanti di stampo neofascista. I comunisti come i cattolici e i socialisti sono stati protagonisti della Resistenza. Le date che l’amministrazione si propone di ricordare e tutelare sono legate alla nostra storia. La preoccupazione per i problemi concreti non esclude che ci si preoccupi anche di trasmettere ai giovani la memoria storica, cosa che sta facendo Anpi. Non è accettabile una professione di antifascismo seguita dai “però” e dai “ma”. Occorre ripudiare tutti i regimi totalitari ma l’esperienza che abbiamo avuto in Italia è il fascismo".
Cristina Guala