EMANUELA ROSI
Cronaca

Hacker interrompono le lezioni scolastiche

Diversi episodi registrati dagli insegnanti dell’istituto Parentucelli-Arzelà. Denuncia della scuola e la polizia postale avvia le indagini

Un'insegnante durante una lezione di didattica online (foto di repertorio)

Sarzana (La Spezia), 7 aprile 2020 - Entrano, senza “bussare”, nel bel mezzo delle videolezioni, ovviamente non per farsi una cultura ma per divertirsi disturbando l’insegnante di turno con offese irripetibili, frasi di scherno e altro. In classe, quella reale, si potevano spedire dal preside e magari arrivare alla sospensione ma nella “classroom” virtuale spesso e volentieri non basta un click per espellerli. Sono gli hacker della didattica a distanza che si è ritrovata all’improvviso, colpa della pandemia prevista ma non prevenuta, ad essere l’unica forma di scuola possibile ma senza modelli verificati e sperimentati. Le incursioni ‘piratesche’ sono avvenute con diversi professori dell’istituto superiore Parentucelli-Arzelà e ora sono sotto l’esame degli investigatori della polizia postale.

Una segnalazione è stata fatta addirittura durante una delle lezioni ‘hackerate’ mentre l’insegnante cercava di tenere sotto controllo la classe vera e buttare fuori i pirati della scuola informatica. Una denuncia sarebbe stata presentata anche dai vertici dell’istituto perché gli episodi di disturbo sono gia ben più di uno. Resta da capire come gli estranei riescano ad entrare nelle “classroom” dove, in teoria, gli studenti possono accedere solo attraverso un link che viene inviato ad ogni ragazzo. Il sistema potrebbe rivelare dei “buchi”.

«Nel bel mezzo di una video lezione sul Neoclassicismo, mentre commentiamo l’equilibrio e la bellezza formale, ecco che tale Swerzusterus da chissà dove chiede l’accesso, seguito subito dopo da Alexardervause80 poi ancora Stone. – racconta un’insegnante – Momento di smarrimento come Dante nella selva, interrogativi esistenziali sull’anello che non tiene e il varco da cui non si esce. Nessuno capisce, nessuno sa dare spiegazioni, finché ,dopo continui e insistenti attacchi sempre respinti, i disturbatori provenienti chissà da dove irrompono nella lezione con il loro slang anglo-american-polacco-olandese simulando un goffo e, francamente, misero conato, accompagnato da frasi volgari rivolte a me in particolare". Alcune espressioni vengono tradotte in simultanea dagli studenti, quelli veri, cercando di rendere accettabili frasi in realtà irripetibili. Insomma la video lezione va a farsi benedire. Un insegnante è riuscito a mettersi in contatto con gli agenti della Polizia postale mentre la lezione hackerata era ancora in corso ma, ovviamente, ormai impossibile da gestire mantenendo l’attenzione dei ragazzi sull’argomento scelto tra i molti ancora da svolgere.

La video lezione dunque finisce mentre parte la segnalazione agli investigatori specializzati nei reati informatici, dalle truffe alle molestie online. Alla lista si aggiungono ora le incursioni dei “pirati” nella didattica al tempo del Corona virus. Non è escluso che i poliziotti riescano a identificare gli hacker ma resta forse alla scuola da individuare il buco nel sistema da cui loro riescono a entrare nelle classroom, piene di studenti minorenni, che in teoria dovrebbero essere inaccessibili agli estranei. Molte video lezioni però si svolgono regolarmente e tanti sono gli studenti dell’istituto che riescono a continuare lo studio per quanto la didattica a distanza riesce a stimolare. © RIPRODUZIONE RISERVATA