
Catalina Pertu, Maria Grazia Celsi e Rosita Bellocchio
Castelnuovo Magra, 17 maggio 2025 – Vacilla la sopravvivenza de La Bottega di Castelnuovo Magra. Stretta tra i numeri del bilancio che, impietosi, non tornano e il desiderio di difendere un’idea di comunità coesa e solidale. La Bottega è l’unico alimentare nel cuore del borgo rinato a fine marzo 2024 dalle ceneri di quello che aveva chiuso qualche mese prima. Una rinascita realizzata con entusiasmo e determinazione dalle imprenditrici Rosita Bellocchio e Maria Ida Bibolini con un’idea ben chiara: creare in un paese che conta molti anziani un negozio per tutti, soprattutto per chi non può spostarsi, per chi è solo. E nel negozio non fa solo la spesa ma chiacchiera, racconta, rompe la solitudine.
Un bel progetto, diventato realtà grazie all’entusiasmo di tante persone che si strinsero per realizzarlo: il notaio che si mise a disposizione gratuitamente, la proprietaria del fondo che ospita La Bottega, Maria Grazia Celsi, che rinunciò al primo anno di affitto, la mobilitazione di Arci, Proloco e tanti privati per contribuire alla raccolta fondi, la disponibilità di volontari per alternarsi in negozio. Un’ondata di entusiasmo e ottimismo che un po’ alla volta si è esaurita. Fino a minare la sopravvivenza del progetto.
A raccontarlo, nella sala strapiena del Circolo Arci di Castelnuovo Magra è stata giovedì sera la stessa Rosita Bellocchio in occasione dell’assemblea di bilancio. Eccoli i numeri impietosi. I primi nove mesi di attività, da aprile a dicembre 2024, registrano una perdita di 5mila euro, con spese per 106mila euro e ricavi per 101mila, di cui 16mila sono i contributi arrivati dalla raccolta fondi iniziale.
“Siamo in perdita - ha esordito Bellocchio -. Ma non siamo qui solo per leggere dei numeri: siamo qui per capire, insieme, cosa significano quei numeri”. Sono circa cinquanta le famiglie che ogni giorno, consapevolmente, vanno a fare la spesa in Bottega anche quando sarebbe più comodo andare altrove e magari spendere meno. “Non lo fanno per noi - ha sottolineato Bellocchio - lo fanno per tutti e li ringraziamo di cuore. Ma i numeri dicono che non bastano. Non basta lo sforzo di pochi, se la partecipazione di tanti non si fa sentire”.
Eccolo il nodo, la partecipazione. “Oggi a occuparci della Bottega - ha sottolineato la titolare - siamo rimaste in due, io e Catalina Pertu, unica dipendente regolarmente assunta che lavora tutte le mattine dal lunedì al sabato. Un aiuto prezioso ci viene da Maria Grazia Celsi che, vista la situazione, ha deciso generosamente di rinviare il pagamento dell’affitto. Ma ripeto, non basta”. Da qui un appello accorato: “Ci rivolgiamo a chi ancora non ha scelto di esserci. Con una domanda: che paese vogliamo essere? Perché noi non abbiamo inventato un’attività commerciale, abbiamo costruito un gesto collettivo, un patto tra cittadini. Un’idea di paese che si prende cura di sé, dove nessuno resta indietro”.
Appello rilanciato anche dalla sindaca Katia Cecchinelli. “La Bottega - ha aggiunto - è stata l’occasione per provare a dare un ulteriore sviluppo all’idea della Castelnuovo che vogliamo diventare: un paese vivo, che possa attrarre anche i giovani, una comunità che condivide e cresce insieme. Non è un percorso facile, ma con l’impegno di ciascuno di noi possiamo farcela”.
E per portare un po’ di ossigeno alle casse della Bottega, la vulcanica Bellocchio ha annunciato due serate musicali di raccolta fondi. Sabato 14 giugno, in piazza Querciola, il quartetto di clarinetti del Conservatorio Luigi Boccherini di Lucca si esibirà in un “Viaggio musicale tra opera e film”. Domenica 15, invece, nella chiesa Santa Maria Maddalena, sarà la volta del Jazz Choir del Conservatorio Giacomo Puccini di La spezia. “Insomma, ce la stiamo mettendo tutta - ha concluso Bellocchio - ma non possiamo farcela senza una maggiore partecipazione. Ci rivedremo a dicembre per capire se siamo riusciti a invertire la rotta”.