La battaglia davanti al Tar Il Comune batte il River Respinti i ricorsi del Club contro le demolizioni

Gli uffici avevano contestato numerosi abusi edilizi ed emesso le ordinanze. Nel mirino erano finiti la terrazza della palazzina utilizzata come bar ristoro, . le coperture di quattro campi da tennis, il campo da calcetto e due da paddle.

È il Comune di Arcola a spuntarla nella guerra a colpi di carte bollate che da oltre due anni lo vede contrapposto al River Sporting Club, compendio sede di uno dei più noti circoli tennistici della provincia. Il Tar ha respinto il ricorso originario e tutti i motivi aggiunti presentati dalla società proprietaria degli immobili sui quali gli uffici comunali avevano scovato abusi edilizi. Stessa sorte anche per il ricorso presentato in parallelo dalla società che gestisce le strutture, contro l’ordinanza con cui il Comune nel settembre 2021 dispose la sospensione delle attività (sportive e commerciali) nelle strutture ritenute prive di conformità urbanistica e edilizia. Sentenza, quest’ultima, destinata a limitare l’attività del circolo fondato nel 1971.

La società proprietaria aveva impugnato non solo le diffide e gli atti disposti dagli uffici per contestare gli abusi edilizi, ma anche i provvedimenti con cui il Comune aveva dapprima rigettato l’istanza di conformità e poi ordinato la demolizione. Nel mirino la terrazza della palazzina utilizzata come bar ristoro, le coperture di 4 campi da tennis, il campo da calcetto e 2 campi da paddle. "La ricorrente ha realizzato, in area destinata a servizi pubblici e paesaggisticamente vincolata, opere preordinate ad incrementare sensibilmente la dotazione impiantistica del complesso sportivo privato, mediante una pluralità coordinata di interventi che hanno inciso sensibilmente sul territorio non edificato, trasformandolo" si legge nella sentenza con cui i giudici hanno respinto il ricorso, compensando le spese di giudizio.

Trancianti anche le motivazioni della sentenza che respinge il ricorso contro l’ordinanza di sospensione delle attività. "In presenza di accertati abusi edilizi non rimossi o regolarizzati, l’inibizione all’utilizzo degli impianti costituisce misura vincolata e doverosa. A maggior ragione qualora, come nel caso, non si tratti di abusi limitati a ristrette porzioni del compendio o di lieve entità, ma di numerose opere abusive che interessano quasi tutto il complesso sportivo".

E ora? Al netto di possibili ricorsi al Consiglio di stato da parte della proprietà e della società sportiva, la via d’uscita potrebbe essere il nuovo Puc appena licenziato dal consiglio comunale arcolano, che prevede la realizzazione di strutture sportive nelle aree oggi occupate dal River e che permetterebbe alla proprietà di demolire e poi ricostruire in linea con i nuovi dettami urbanistici.

Matteo Marcello