REDAZIONE SARZANA

"Isolata da un mese in attesa del tampone"

La denuncia di una donna di Sarzana che assieme al figlio non ha mai ricevuto l’esito del test dopo aver avuto i sintomi del Covid-19

Il tampone effettuato direttamente in auto all’Asl 5 in via XXIV Maggio alla Spezia

Sarzana (La Spezia), 15 aprile 2020 - Dal 10 marzo è chiusa in casa, dopo aver avuto i sintomi del coronavirus. Aspettando l’esito del tampone, che non è mai arrivato. E’ la disavventura di una donna sarzanese che non riesce ancora a vedere la fine di questa storia. Con lei, con gli stessi sintomi del virus e in attesa del tampone, c’è anche il figlio di 23 anni. Il marito, invece, è stato addirittura ricoverato per diciannove giorni con una polmonite da coronavirus all’ospedale San Bartolomeo ed è uscito la vigilia di Pasqua. Fortunatamente è guarito, dopo essere stato prima nel reparto di pneumologia e poi in medicina. «E’ tornato a casa – racconta la moglie – ma è in isolamento perché in attesa del secondo tampone. Sono venuti a farglielo oggi (ieri per chi legge), speriamo che arrivi presto il risultato e almeno lui possa riprendere a vivere normalmente". Ci racconti cosa è accaduto. "Mi sono sentita male il 10 marzo, nel pieno dell’epidemia. Ho iniziato ad avere dolori muscolari, febbre non tanto alta, difficoltà ad avvertire odori e sapori. Niente tosse, però. Ho chiesto al mio medico di poter fare il tampone, nel frattempo però mio marito ha iniziato a stare peggio di me. Lui ha avuto la febbre alta per sei giorni, tosse molto forte, non migliorava e pertanto il medico diagnosticando una polmonite bilaterale interstiziale ha deciso di ricoverarlo in ospedale il 22 marzo e il giorno successivo gli hanno fatto subito il tampone, che ovviamente era positivo. Il 24 marzo hanno chiamato per il tampone anche me e mio figlio, siamo andati alla Spezia nella sede dell’Asl 5 in via XXIV Maggio, è stato tutto rapido e all’apparenza efficiente e siamo rimasti fiduciosi che arrivasse presto il risultato anche per noi". E invece? "Invece da qual giorno né io, né mio figlio abbiamo saputo più nulla. Anche lui aveva avuto i miei stessi sintomi. Ho chiamato il medico di famiglia per sapere l’esito e tutte le volte mi sono sentita rispondere che non era arrivato nulla. Ha telefonato anche una dottoressa dell’Asl 5 per sapere come stavamo, ma del tampone niente. Ovviamente non potevo uscire di casa, né incontrare nessuno, perché non sapevo se fossi positiva o meno. E non lo so neppure adesso". Ma il suo medico, visto che è trascorso così tanto tempo, non ha pensato di sottoporla a un altro tampone? "Si, giovedì scorso ha fatto una nuova richiesta, però non mi hanno ancora chiamato. E se me lo facessero adesso, probabilmente il risultato sarebbe differente da quello di marzo". Come pensa di aver contratto il coronavirus? "Tutta la mia famiglia è stata a contatto con una persona della Spezia positiva. Potrebbe essere stato lui ad attaccarlo a tutti noi. Ma anche l’altro mio figlio maggiore, che vive con la sua famiglia in Toscana, è risultato positivo. A lui però hanno fatto subito il tampone e nel giro di pochi giorni ha saputo il risultato". Dopo venti giorni è facile immaginare che il suo tampone sia andato davvero smarrito. "Infatti ho voluto denunciare apertamente quello che mi è successo, vivo in una condizione di stress psicologico da un mese. Se ho preso il coronavirus un mese fa e ora sono guarita vorrei poter uscire, anche solo per fare la spesa e non dipendere totalmente dagli altri". Massimo Benedetti © RIPRODUZIONE RISERVATA