Il Tar sull’antenna di Belaso "L’impianto non ha ancora avuto nessun tipo di autorizzazione"

La partita sull’antenna di Belaso è ancora tutta da giocare. Il Tar della Liguria, al quale si è rivolto un gruppo di residenti di via Curtatone nella frazione di Ponzano Belaso per opporsi alla delibera del consiglio comunale di Santo Stefano che qualche mese fa aveva votato all’unanimità, ha ritenuto il documento vago e non certo autorizzativo. Il Tar ha stabilito che la delibera impugnata non sia lesiva in quanto "nonostante l’impropria indicazione dell’oggetto contenuta nella sua epigrafe non ha approvato la localizzazione del nuovo impianto di telefonia mobile in via Curtatone e neppure autorizzato la realizzazione dell’impianto avendo solamente formulato direttive ai competenti uffici dell’ente affinchè il procedimento avviato a seguito dell’istanza di Wind Tre fosse proseguito nelle more della revisione del piano delle antenne". Quindi si deduce che la delibera votata in consiglio comunale sia soltanto un atto di indirizzo che vincola parzialmente le successive determinazioni amministrative.

"Un risultato positivo - ha commentato l’avvocato Lorenzo Giorgi che ha seguito la vicenda anche in qualità di residente - intanto perchè ha dimostrato che il tenore della delibera non fosse chiaro e dunque, in via cautelativa, prudente da parte nostra contestarla anche per prevenire future conseguenze. E’ importante che il Tar abbia chiarito che l’impianto, allo stato attuale, non è autorizzato, diversamente da quanto sostenuto in giudizio dalla società interessata, che addirittura avrebbe voluto far valere il silenzio assenso sulla propria richiesta". I residenti di via Curtatone avevano contestato l’ipotesi di installazione dell’antennone di almeno 20 metri da posizionare in un’area ancora verde anche se in prossimità di una scuola e impianti sportivi. "Abbiamo avuto l’esempio del Comune di Sarzana - conclude Lorenzo Giorgi - che dopo le proteste dei residenti di via del Fortino si è seduto a un tavolo con la società proponente riuscendo a trovare una soluzione. Ci auguriamo che la stessa cosa venga seguita da Santo Stefano individuando aree alternative e meno impattanti".

Massimo Merluzzi