ANGELA LOMBARDO
Cronaca

Effetti collaterali della demolizione. Alla luce la nuova area monumentale

L’edificio espositivo del 1964 era stato realizzato proprio sopra il Capitolium

L’apertura del nuovo museo favorisce anche l’arricchimento dell’area archeologica che negli ultimi anni, grazie all’apertura della passerella autostradale, ha visto salire il numero di visitatori da 13 mila a 20 mila all’anno. La demolizione del vecchio museo ha permesso di portare alla luce una nuova area monumentale. Quella su cui fu costruito nel 1964.

"Si tratta del Capitolium – dice la direttrice Antonella Traverso – un tempio dedicato a Giove, Giunone e Minerva. In pratica, il tempio più importante della città. Intorno, su tre lati, c’era un porticato doppio e al centro un bacino fontana, una specie di vasca larga quasi quattro metri. Il museo fu costruito lì sopra, con i pilastri piantati sul bordo tra il porticato e questa vasca".

Perché proprio lì? Si sa che in quegli anni lo sviluppo edilizio era molto libero e creativo ma questo sembra davvero troppo. "Il problema - spiega Traverso - è che oggi l’area archeologica è tutta di proprietà dello Stato. Allora, invece, era frazionata in tante aree private e quella del tempio era l’unico appezzamento di terreno demaniale. Quindi non fu una scelta del tutto scellerata. Anzi, fu meritoria perché permise di trattenere reperti che fino a quel momento venivano inviati nei musei d’Italia e del mondo. Con la nascita del museo di Luni, infatti, parte del materiale andato fuori ritornò e tutti i nuovi ritrovamenti rimasero qui".

La vasca, con un lungo e accurato lavoro di pulizia e restauro, è già stata recuperata ed è tornata a svolgere la sua funzione di drenaggio dell’acqua. Il resto, al momento, è fruibile solo in parte. "Ma cercheremo di rendere funzionale e agibile - promette Traverso - tutta la parte che stava sotto il vecchio edificio del museo. Al tempo stesso, continueremo a lavorare per valorizzare il sito archeologico. L’ultimo atto in questa direzione è l’accordo appena stipulato con Comune, Direzione regionale dei musei e Appennino Tosco-Emiliano per creare in quest’area una porta di accesso all’area Mab, il programma Uomo e biosfera dell’Unesco".

A.L.