Dalla goliardia al cattivo gusto Il doppio volto del tifo da urna

Maxi striscione di don Cattaneo per fare i complimenti al sindaco neo eletto: "Cristina, una di noi". E ieri un anonimo con mascherina ha affisso un manifesto funebre al point elettorale di Guccinelli.

Dalla goliardia al cattivo gusto  Il doppio volto del tifo da urna

Dalla goliardia al cattivo gusto Il doppio volto del tifo da urna

Il clima euforico, la goliardia, la soddisfazione del risultato e anche una sana dose di presa in giro ci deve sempre stare. Perchè fa parte comunque del gioco. L’ingessata politica del passato è ormai alle spalle, l’austero protocollo e le rigide regole della comunicazione istituzionale hanno lasciato ormai spazio alla maggior libertà di espressione e anche della manifestazione del consenso. Insomma tra una vittoria ottenuta nel campionato di calcio e quella alle elezioni politiche la differenza è diventata assai minima. Cori da stadio, slogan, trombette e fuochi d’artificio fanno ormai parte della coreografia di entrambi gli eventi, un tempo molto distanti. Ma anche il confine del tifo è pur sempre sottile e per questo occorre sempre tanta calma e rispetto. Dallo striscione di trionfo appeso al muro della chiesa, quello da poco ricostruito, che si affaccia sulla Cisa nel quartiere di Santa Caterina che sta celebrando dall’altro pomeriggio il trionfo di Cristina Ponzanelli ritratta al fianco del parroco don Pietro Cattaneo passando ai lugubri manifestini funebri affissi sul point elettorale che per mesi ha ospitato Renzo Guccinelli c’è indubbiamente di mezzo un oceano.

I due messaggi sono ben differenti però hanno contribuito entrambi ad alimentare la tensione, il ribollire del mondo dei social e del chiacchiericcio di strada sollevando voci e non poche polemiche. Sulla necessità del primo, sulla sgradevolezza dell’altro. Ieri poco dopo l’ora di pranzo un anonimo pare protetto nell’identità dalla mascherina sanitaria si è preso la briga di affiggere alle saracinesche chiuse da lunedì del point utilizzato da Renzo Guccinelli in piazza Luni nel corso della campagna elettorale i manifesti funebri di celebrazione dell’avvenuto decesso del Partito Democratico.

A parte l’errore della date di "morte", sbagliata di un mese e dell’indirizzo del "necrologio" non essendo quella la sede del Partito Democratico ma del candidato civico Renzo Guccinelli, è la dinamica che sta facendo discutere animatamente la città. Era così necessario? Sicuramente no e la provocazione non è sempre sinonimo di ironia. Altro tema di discussione in città più del toto assessori e delle manovre del prossimo consiglio comunale è stato ieri il mega striscione con il quale il prete di Santa Caterina ha celebrato il trionfo di Cristina Ponzanelli. L’altro pomeriggio è stata srotolata una grande foto nella quale la sindaca è ritratta proprio insieme al sacerdote. Niente di grave, anche se probabilmente non tutti i frequentatori della parrocchia saranno rimasti d’accordo sul clamore sollevato dall’iniziativa essendo la chiesa un luogo di culto e non una sede di partito.

Una gioia, quella affissa sul mura della parrocchia che, ovviamente, non è passata inosservata. Così come nei giorni scorsi non sono passate sotto silenzio alcune frasi e gesti al confine tra la presa in giro e qualcosa di più. Sarebbe auspicabile da parte di tutti, soprattutto da parte degli stessi rappresentanti, civici, politici e anche religiosi, un messaggio distensivo. Perchè l’ironia è sempre un ingrediente necessario nella vita quotidiana, una risata è assolutamente salutare e liberatoria, purchè non sia amara e forzata.

Massimo Merluzzi