Braccio di ferro sul River club Abusi edilizi e demolizioni La società va al Consiglio di Stato

Il nuovo piano urbanistico destina le aree a impianti sportivi. E le strutture sarebbero conformi alle previsioni

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Braccio di ferro sul River club Abusi edilizi e demolizioni La società va al Consiglio di Stato

Ci sarà un secondo round nella battaglia giudiziaria che da quasi due anni vede contrapposti il River Sporting Club, proprietaria del compendio sede di uno dei più noti circoli tennistici della provincia, e il Comune di Arcola. La società nei giorni scorsi tramite l’avvocato Pier Giorgio Leoni ha bussato alle porte del Consiglio di Stato per chiedere la riforma o l’annullamento della sentenza con cui il Tar a maggio aveva respinto il ricorso presentato dalla stessa società proprietaria degli immobili sui quali gli uffici comunali anni fa avevano scovato abusi edilizi. La società aveva impugnato al Tar non solo le diffide e gli atti disposti dagli uffici comunali per contestare gli abusi edilizi, ma anche i provvedimenti con cui il Comune aveva dapprima rigettato l’istanza di conformità e poi ordinato la demolizione.

Nel mirino degli uffici comunali erano finite la terrazza della palazzina utilizzata come bar ristoro, le coperture di quattro campi da tennis, il campo da calcetto e due campi da paddle. "La ricorrente ha realizzato, in area destinata a servizi pubblici e paesaggisticamente vincolata, una serie di opere preordinate ad incrementare sensibilmente la dotazione impiantistica del complesso sportivo privato, mediante una pluralità coordinata di interventi che hanno inciso sensibilmente sul territorio non edificato, trasformandolo" avevano sottolineato i giudici del Tar nella sentenza ora impugnata. Una guerra a colpi di carte bollate che potrebbe anche concludersi non necessariamente nell’aula dei magistrati amministrativi romani. Una delle ipotesi maggiormente percorribili, in parallelo a quella giudiziaria, è quella legata al nuovo Piano urbanistico comunale approvato il 9 maggio scorso dal consiglio comunale di Arcola, che destina le aree di proprietà del River Sporting Club a ‘Impianti sportivi locali o di quartiere, in funzione dei relativi fabbisogni’ e a ‘Fruizione ludica, ricreativa, sportiva’.

Nel ricorso presentato dalla società viene messo in evidenza come "la realizzazione delle strutture a uso sportivo e dei volumi accessori oggetto di causa, non è pertanto completamente sine titulo, e risulta per altro "doppiamente" conforme alla strumentazione urbanistica del tempo di realizzazione ed anche a quella attuale, quanto meno in termini "sostanziali", essa è anche conforme al Puc recentemente approvato". La nuova programmazione urbanistica permetterebbe alla proprietà di demolire e poi ricostruire sulle stesse aree dove oggi si sta consumando un’annosa battaglia giudiziaria. Con la disponibilità delle parti, c’è dunque la probabilità che alla fine il ricorso possa anche non essere discusso.

mat.mar.