MASSIMO MERLUZZI
Cronaca

Barattoli contro i clienti di un bar: il ’lanciatore’ tradito dalle impronte

Il sessantenne colpiva dall’alto di un palazzo nascondendosi dietro la balaustra del balcone di casa. Identificato dalla Polizia: in passato era già stato protagonista di episodi simili

La centralissima piazza Martiri teatro del pericoloso lancio notturno di barattoli e bottiglie; sollievo del gestore del Gran Caffé che era stato preso di mira

Sarzana (La Spezia), 7 marzo 2024 – E’ finito un incubo che andava avanti da mesi e teneva in apprensione il titolare di un locale di piazza Martiri e centinaia di giovani frequentatori che, spesso, erano finiti nel mirino dei lanci di bottiglie e barattoli di vetro che ’piovevano’ dall’alto. Grazie alle indagini della squadra anticrimine e scientifica del commissariato di Sarzana il lanciatore ha un nome e per lui è scattata la denuncia a piede libero. Solo il caso ha voluto che nessuno si facesse male: l’uomo, 65 anni, scagliava gli oggetti dal balcone senza guardare, sdraiato dietro la balaustra, puntando alla cieca i gruppi di giovani che la sera sostavano all’uscita del locale. Era probabilmente infastidito dal vociare e così si vendicava. Iniziando dal getto dell’acqua per poi salire fino a lanciare bicchieri, bottiglie e barattoli. Proprio una passata di pomodoro lo ha incastrato.

Il barattolo a differenza degli altri non si era frantumato al suolo ma si era salvato cadendo su una tenda. Il personale della polizia scientifica coordinato dal vicequestore Annamaria Ciccariello ha analizzato il reperto risalendo al sarzanese. Le sue impronte digitali infatti figuravano nella banca dati: in passato, in un’altra zona della città, era già stato protagonista di episodi simili e il fatto di essere un lanciatore recidivo lo ha incastrato e adesso dovrà rispondere del reato di lancio di oggetti atti a offendere e molestie.

Il titolare del frequentatissimo locale era esasperato dal timore che i ragazzi potessero essere feriti per questo aveva annunciato anche l’ipotesi di chiudere l’attività. Dopo diverse denunce i poliziotti avevano controllato le telecamere della zona e posizionato i propri dispositivi. Ma il lancio di materiale trasparente, al buio, non veniva intercettato. I calcoli balistici sulla disposizione dei cocci hanno fatto ipotizzare quale fosse il palazzo e così è scattata l’indagine sui residenti restringendo il campo. Il barattolo intatto e le impronte digitali hanno chiuso il cerchio e fatto scattare la denuncia.

Sono stati otto mesi difficili durante i quali Paolo Berretta titolare del Gran Caffè di piazza Martiri ha avuto davvero la tentazione di chiudere la serranda del locale. Ma adesso può finalmente tornare a respirare: "Ero esasperato dall’idea che qualcuno potesse farsi male. Anche i clienti ormai erano spaventati, i rimanevano spesso sotto il portico soprattutto dal venerdì a domenica per paura di essere nel mirino dei lanci. Ho presentato almeno una quindicina di denunce perchè volevo assolutamente venirne a capo e proprio la determinazione di non dargliela vinta mi ha fatto desistere dall’intenzione di chiudere tutto".