
L’avvocato Gianni Berrino ha difeso in appello i bikers della Val di Magra che sono stati
Dopo dieci anni è arrivata l’assoluzione per il gruppo di motociclisti accusati di rapina e estorsione a seguito di un appuntamento non proprio amichevole tra gruppi rivali in piazza della Vittoria a Genova. Dopo quello scontro erano stati arrestati 24 bikers che facevano riferimento al gruppo Hells Angels, provenienti da varie città italiane, tra i quali il presidente del gruppo Liguria dell’epoca, il sarzanese Giovanni D’Andre,a e il vice Pietro Messina oltre ad altri componenti dello storico nucleo molto conosciuti anche in Val di Magra. Per loro le accuse erano pesanti ma ieri nel processo che si è tenuto in Tribunale a Genova il giudice ha accolto la tesi difensiva presentata dall’avvocato Gianni Berrino.
L’accusa di rapina è stata derubricata in violenza privata e già prescritta nel 2017 mentre sono caduti tutti gli altri capi di imputazione. Sono stati così assolti Giovanni D’Andrea, Pietro Messina attuale presidente degli Hells Angels Liguria, Davide Cecchini, Giacomo Monni tutti residenti nel Comune di Luni, Ivan lavai di Savona arrestati a settembre del 2011 nel corso di un’azione congiunta tra le Questure della Spezia e Lucca (dove risiedeva all’epoca Monni) che seguivano l’inchiesta coordinata dal procuratore capo genovese Vincenzo Scolastico. La squadra mobile spezzina aveva fatto poi irruzione nella sede di Albiano ritrovando alcuni oggetti contundenti, giubbotti e perfino un pitone.
Le indagini della polizia erano scattate dopo uno scontro violento avvenuto nella piazza di Genova tra gli Hells e un gruppo antagonista con il quale i rapporti erano piuttosto tesi. Ci fu un chiarimento non certamente diplomatico ma energico e senza risparmiarsi colpi a vicenda. Ma dopo la denuncia presentata dai motociclisti genovesi emersero gravi accuse nei confronti degli Hells che oltre a rispondere dell’aggressione erano imputati anche di estorsione. In pratica avrebbero richiesto una sorta di compenso mensile per consentire ai rivali di poter ancora indossare gli stemmi e i giubbotti e circolare sul territorio.
Nel linguaggio dei gruppi motociclisti organizzati si tratta di simboli preziosi da difendere, per cui riuscire a strapparli agli avversari nel corso di un’azione è un simbolo di autorità. Ma nel corso delle tante udienze la vicenda ha preso altri contorni: intanto non è emerso il reato di rapina che è stato derubricato soltanto in violenza privata e già prescritta da 5 anni. Rimanevano ancora aperti gli altri capi di imputazione che nell’udienza di ieri sono però caduti ed è arrivata la piena assoluzione di tutti gli imputati.
Massimo Merluzzi