
Le interviste ai ’colleghi’ spagnoli spaziano dalle differenze del sistema educativo alle scoperte culinarie locali .
Avevano promesso un podcast e lo hanno realizzato. Ha per titolo “Exchange experiences” ed è fresco di pubblicazione su Spotify. Un audio di nove minuti che racconta l’esperienza dei venti ragazze e i ragazzi della scuola media C. R. Ceccardi di Luni coinvolti in Erasmus+, un progetto di mobilità che lo scorso marzo li ha visti partire per Almerìa (Spagna) e, successivamente, accogliere i nuovi amici spagnoli venuti a ricambiare la visita. Iniziativa che rientra nelle attività di scambio e formazione a livello europeo riconosciute all’istituto comprensivo Castelnuovo Luni Ortonovo grazie all’accreditamento Erasmus+, finanziato dall’omonima Agenzia e ottenuto grazie a un progetto di mobilità redatto dalle insegnanti Marisa Napoli (inglese, referente progetto), Valentina Zambelli (tecnologia) e Antonella Cimoli (matematica e scienze). Un’esperienza di scambio culturale e formativo di grande impatto che i giovani allievi hanno scelto di raccontare in modo originale e innovativo. Originale nella forma narrativa: interviste agli studenti spagnoli per parlare della loro settimana in Italia con domande che spaziano dalle differenze del sistema educativo nei due paesi alle gustose scoperte culinarie locali, come pesto e focaccia. Il tutto rigorosamente in lingua inglese. Innovativa la scelta del mezzo utilizzato: il podcast.
Chi li ha aiutati a trovare le attrezzature necessarie e ad utilizzarle in modo corretto? "Nessuno - risponde la prof Marisa Napoli -. I ragazzi fanno tutto da soli. Noi siamo a disposizione per qualsiasi consiglio o dubbio, ma devo dire che ormai facciamo davvero poco. Sono bravissimi. Questo sull’esperienza spagnola è il quarto podcast prodotto e come per i precedenti lo hanno fatto utilizzando le attrezzature della scuola". Già, perché alla scuola Ceccardi di Luni, guidata dalla dirigente scolastica Paola Difresco, gli studenti hanno a disposizione un’aula multimediale con una postazione podcast completa. Con tanto di microfoni, mixer, computer e programmi per eseguire tutto ciò che serve in post-produzione per un editing completo. Non solo. Nell’aula multimediale gli studenti hanno a disposizione anche un plotter, una stampante 3D, visori di realtà virtuale. Persino l’angolo per riprese video con greenscreen, quello sfondo verde che permette di riprendere i soggetti in primo piano per poterli poi separare facilmente in fase di post-produzione e collocarli sullo sfondo desiderato. Attrezzature costose.
Come fa l’istituto ad averle? "La nostra - spiega Napoli - è una scuola da sempre molto attenta alle nuove tecnologie. Quando è scoppiata la pandemia e sono stati introdotti i nuovi strumenti di didattica a distanza per noi non è stato un problema. Avevamo già tutto e sapevamo come usarlo. Abbiamo sempre seguito i bandi ministeriali ed europei per trovare le risorse necessarie ad acquistare gli strumenti più innovativi senza toccare un soldo dalle casse scolastiche. La collega Valentina Zambelli, in particolare, è molto attiva nell’intercettare i bandi". Il primo, il più cospicuo, che permise di acquistare buona parte delle attrezzature, fu il concorso "Saper(e)Consumare" indetto dal ministero dell’istruzione nel 2022. Gli alunni della 2C, con le referenti Zambelli e Napoli, parteciparono realizzando un gioco dell’oca sui temi dell’Agenda 2030. Si aggiudicarono così un finanziamento di 10mila euro che fu destinato alla creazione dell’aula multimediale. Poi, con altri fondi del Pnrr fu completato l’arredamento con divanetti e tavoli sagomati. "Le nuove tecnologie - conclude Napoli - sono strumenti molto familiari per i ragazzi di oggi. Lasciare che li utilizzino solo fuori dalla scuola è sbagliato. Al contrario, sono un mezzo prezioso che attira gli studenti, li stimola ad essere più partecipi, più coinvolti, più creativi. Tutti elementi che facilitano l’apprendimento di qualunque materia".
Alina Lombardo