"Gioco di squadra per battere il melanoma"

Sanità toscana all’avanguardia. Lorenzo Borgognoni, direttore Melanoma & Skin Cancer Unit: "La prevenzione resta fondamentale"

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Firenze, 21 giugno 2021 - È il momento di tornare a parlare di prevenzione dei tumori della pelle. Nei mesi dominati dalla pandemia l’attenzione si è concentrata sul Covid-19, e sono sensibilmente diminuite le diagnosi di melanoma, con un incremento dei carcinomi cutanei diagnosticati in fase avanzata (o tardivamente). Quindi anche gli interventi chirurgici hanno dovuto fare i conti con melanomi più spessi, meno superficiali. Si collega a questo riscontro un aumento delle probabilità di recidiva dopo chirurgia, e il ricorso alla terapia farmacologica diventa cruciale. La raccomandazione a perseguire la diagnosi precoce in ambito cutaneo viene da Lorenzo Borgognoni, direttore Chirurgia plastica e ricostruttiva, Melanoma & Skin Cancer Unit, Azienda USL Toscana Centro. "Attualmente – spiega lo specialista – le cure migliori in campo oncologico vengono garantite da strutture di eccellenza (Unit) che garantiscono qualità, appropriatezza delle cure, concentrazione delle professionalità e delle casistiche, ottimizzazione delle risorse". Questa filosofia ruota anche attorno al progetto nazionale denominato LinkMe, per la creazione di un network d’eccellenza che garantisca un’appropriata e precoce presa in carico del paziente affetto da melanoma e che, grazie al team multidisciplinare, assicuri un percorso diagnostico e terapeutico omogeneo in tutta Italia.

Nel melanoma spesso alla chirurgia segue una terapia target (mirata) o una terapia immunologica, abbinando una sequenza di trattamenti: aumenta così la percentuale delle guarigioni. "Nella nostra realtà – spiega il direttore Borgognoni – il chirurgo plastico con una specifica formazione ed esperienza nell’ambito dei tumori cutanei, lavora a stretto contatto con l’oncologo, il dermatologo, il radioterapista, lo psicologo, il patologo che indaga i caratteri molecolari del tumore, sempre più importanti per capire se e quanto certi farmaci possono essere efficaci. Stiamo cercando di fare in modo che la Melanoma Unit sia integrata nel sistema e nei percorsi, seguendo il modello della rete oncologica, nella specifica realtà regionale, con l’Istituto per lo Studio, la Prevenzione e le Reti Oncologiche della Regione Toscana (ISPRO) e a livello nazionale con l’Intergruppo Melanoma Italiano (IMI) dei quali facciamo parte".

Nel moderno modello di lotta al melanoma le campagne di sensibilizzazione promuovono l’autoesame della superficie corporea (porre attenzione “al neo che cambia”) e raccomandano la corretta protezione sotto i raggi del Sole (utilizzo di creme protettive, limitare l’esposizione, evitare gli arrossamenti e le scottature). I soggetti, donne e uomini, che vedono il “neo che cambia” si rivolgono al proprio medico, primo filtro del sistema sanitario, che qualora identifichi una lesione sospetta invia a visita specialistica dermatologica. La diagnosi di melanoma viene discussa in team, identificando il trattamento ottimale per ogni singolo caso: si va da interventi limitati per le forme iniziali fino alla chirurgia radio-guidata per ricerca del linfonodo sentinella, eventuali linfoadenectomie radicali regionali, terapie adiuvanti, elettrochemioterapia, radioterapia, rimozione di metastasi, terapie a bersaglio molecolare, immunoterapia, trial clinici.

"Con la pandemia – conclude lo specialista toscano – i nostri ospedali si sono trovati a gestire l’iperafflusso di pazienti Covid positivi, a scapito delle attività ordinarie, oncologia compresa. Uno studio dell’Intergruppo Melanoma Italiano ha evidenziato come nel trimestre febbraio-aprile 2020, in confronto allo stesso periodo del 2019, il numero di prime visite e biopsie effettuate sia diminuito del 30% ed è stata registrata una diminuzione del 20% delle diagnosi di melanoma. Adesso è ancora presto per stabilire le conseguenze di quanto accaduto, ma indubbiamente sappiamo che il melanoma, prima viene diagnosticato e trattato, più sottile è lo spessore istologico, migliore è la prognosi".