Da Pinocchio a Geppetto. Il ritorno al cinema di Roberto Benigni

Il folletto di Vergaio sarà Geppetto nella nuova versione di Pinocchio diretta da Matteo Garrone

Benigni sul set

Benigni sul set

Prato, 23 aprile 2019 - In attesa di sapere quando e come la città di Prato potrà finalmente festeggiare i vent’anni dall’oscar per “La vita è bella”, il suo figlio più illustre Roberto Benigni, è tornato nuovamente su un set cinematografico. A quindici anni da “La tigre e la neve”, il folletto di Vergaio è di nuovo impegnato davanti alla macchina da presa. Stavolta non con un suo progetto, bensì con una nuova versione di Pinocchio ad opera di Matteo Garrone, reduce dal successo internazionale di “Dogman”.

Roberto Benigni….da Pinocchio a Geppetto; una “capriola”artistica che nessuno aveva osato. E intanto cominciano a circolare le prime foto della lavorazione blindatissima, iniziata da pochi giorni in provincia di Siena. Una delle poche foto disponibili mostra un Benigni con barba, serioso e intento ad osservare il burattino di legno ripreso di spalle. Un film attesissimo che dovrebbe arrivare sugli schermi cinematografici il prossimo anno. 11 settimane di riprese tra Toscana, Lazio e Puglia. Un cast artistico formato da Gigi Proietti nel ruolo di Mangiafuoco, Rocco Papaleo e Massimo Ceccherini (il Gatto e la Volpe), Davide Marotta (il Grillo parlante) Matilda De Angelis (la Fata turchina). Dunque, ancora una nuova versione cinematografica del libro italiano più famoso al mondo, scritto da Carlo Lorenzini in arte Collodi, pubblicato a puntate tra il 1881 e il 1883. Una favola che ha attirato da sempre la curiosità dei due cineasti pratesi più amati; Francesco Nuti e Roberto Benigni. Per Cecco da Narnali, Pinocchio fu una vera folgorazione artistica tanto da dedicarsi alla pittura, con una galleria di quadri che mostravano una lunga serie di….Pinocchi. Una folgorazione che portò Nuti a realizzare nel 1993 il suo film più complesso, quell’”Occhiopinocchio”dalla lavorazione infinita e tormentata che uscì nelle sale nel Natale 1994.

Un’opera affascinante che merita una rilettura a distanza di anni. Un kolossal produttivo realizzato in parte negli Stati Uniti, dove Nuti mise a frutto le sue migliori conoscenze del ruolo da regista (i primi venti minuti sono davvero “grande cinema”). Con una sceneggiatura scritta in collaborazione dell’amico concittadino Giovanni Veronesi che anni più tardi riscrisse anche un “Lucignolo” per il debutto di Massimo Ceccherini dietro la macchina da presa. Grande budget anche per il “Pinocchio” di Roberto Benigni, uscito nel 2002 dopo il trionfo de “La vita è bella”. Distribuito negli Stati Uniti niente meno che da Harvey Weinstein all’apice della sua carriera, a tutt’oggi il film italiano più costoso della storia del cinema (45 milioni di euro). Stroncato dalla critica ma comunque premiato dal pubblico che ne fece un successo al botteghino. Insomma, Nuti, Veronesi, Benigni, tutti stregati dal celebre burattino di legno. E dopo aver detto no a Raffaella Carrà per il suo programma di interviste “A raccontare comincia tu”, finalmente Benigni di nuovo su un set!