Prato, all'Open Studio Italo Bolano viene inaugurata la mostra Patiens

Dal 14 marzo al 18 aprile, ecco la mostra di Italo Bolano, con la partecipazione di Marta Carlesi

La locandina della mostra

La locandina della mostra

Prato, 13 marzo 2024 - Verrà inaugurata domani, giovedì 14 marzo alle 18:30, presso l’Open Studio Italo Bolano di via Fra’ Bartolomeo la mostra Patiens di Italo Bolano, con la partecipazione di Marta Carlesi, artista legata a Bolano da una lunga amicizia che ne ha influenzato la pittura, sull’espressione della sofferenza umana e del suo valore. La Fondazione continua così a portare avanti la sua missione, ossia quella, insieme alla promozione di giovani talenti, di mantenere viva la memoria di Italo Bolano e di farne conoscere al pubblico la vasta produzione ricevuta come preziosa eredità, un bagaglio umano e artistico che ha generato incontri, influenzato percorsi, aperto possibilità. 

La mostra presenta una selezione di lavori dedicati da Bolano al ciclo sul Cristo – uno dei quattro che, insieme a quelli sulla Donna Isola, sulla poesia di Mario Luzi e Napoleone, ha trattato a più e diverse riprese – che vanno da periodi dove la figura dell’uomo crocifisso è più riconoscibile e fisica ad altri invece più recenti dove ogni elemento si sfalda per lasciare spazio all’espressione diretta del dolore attraverso il colore puro in un gesto pittorico quasi violento, senza bisogno di mediazione. Insieme a questi, che possono essere considerati metaforicamente degli autoritratti di una certa condizione, stato dell’anima che l’artista ha vissuto in momenti biografici esatti e puntuali, troviamo la Carlesi con una natura morta su tela dai fiori d’un generoso rosso carminio e con un disegno a sanguigna che ritrae un uomo sardo dai tratti marcati e profondi. Se la natura morta è trattata come fosse un corpo lacerato ma ancora pulsante come quelli bolaniani, quel volto penetrante è invece un paesaggio interiore in cui è Marta a riconoscersi e che restituisce un’identità, un nome, una storia a chi soffre e resiste sotto il peso di molte sfaccettate ingiustizie. Come afferma la curatrice Erica Romano, “al centro troviamo il patire inteso come un sentire nella carne la propria storia con cui dover fare i conti, ma anche nella doppia accezione di soffrire e tollerare, di un essere pazienti sopportando e/o attraversando il dolore, un patire allora che permette di percorrere due strade, lottare in modo consapevole contro le ingiustizie o esercitare il presunto diritto ad una rabbia distruttrice, un soffrire personale e collettivo che s’interroga intorno alla relazione con la propria e altrui libertà, al rapporto conflittuale con chi siamo e sul valore dell’esistenza nei suoi tempi più bui”. La mostra sarà aperta fino al 18 aprile su appuntamento, chiamando i numeri 3470393170 e 338 6996406, o mandando una mail ad [email protected]