REDAZIONE PRATO

"Violenze sessuali nella comunità religiosa" Parte il processo, ma è subito tutto rinviato

Alla sbarra don Giglio e un ex seminarista accusati di abusi su un minore. La costituzione di parte civile blocca l’udienza

E’ cominciato il processo per i presunti abusi su un ragazzo all’epoca minorenne avvenuti all’interno dell’ex comunità "Discepoli dell’Annunciazione". Sul banco degli imputati ci sono l’ex fondatore, don Giglio Gilioli, 74 anni, e Lucio Fossanova, 38 anni, ex seminarista che non ha mai preso i voti. In realtà ieri l’udienza preliminare si è arenata alla costituzione di parte civile. Oltre alla presunta vittima e ai suoi genitori, si è presentata l’associazione "Rete l’abuso" di Savona. Quest’ultima realtà a tutela delle vittime di abusi sarebbe però nata dopo i presunti fatti. Il legale ha sostenuto che l’associazione è la prosecuzione naturale di un’altra, "La casa delle legalità", per giustificare la presentazione della richiesta. Il gup, Francesco Pallini, ha deciso di rinviare la decisione sulla costituzione e ha rinviato l’udienza. Non c’è stato dunque il tempo di discutere sul rinvio a giudizio che i pm Laura Canovai e Valentina Cosci chiederanno per i due imputati.

L’indagine nasce dalle denuncia, fatta solo alla Diocesi di Prato, da un ragazzo che raccontò di aver subito abusi da bambino quando era ospite dei Discepoli dell’Annunciazione, che si trovava a Iolo. A questa denuncia, seguì poi quella dei servizi sociali, e del fratello più grande, l’unico ad aver sporto denuncia in procura quando è esplosa l’inchiesta che ha portato a indagare undici religiosi in tutto. I due filoni sono stati separati in quanto molti diversi fra loro e ora a processo ci sono solo don Giglio e Fossanova indicati dal fratello più grande, oggi 30 anni, come i due che avrebbero abusato di lui in modo continuato dal 2008 al 2012 quando frequentava la comunità di don Giglio. Il giovane è stato sentito un anno fa in incidente probatorio e il suo racconto venne giudicato dagli inquirenti ben strutturato e coerente. Durante la testimonianza, il giovane ha ricostruito quello che sarebbe avvenuto all’interno della comunità quando, ancora minorenne, fu affidato dalla famiglia alla custodia di don Giglio e dei suoi seguaci. Diverso il percorso di indagine su quanto accaduto al secondo fratello, il più giovane (oggi ha 23 anni), in quanto la sua posizione è più complicata. Il ragazzo è stato sottoposto a perizia, per valutarne l’attendibilità, svolta dallo psichiatra Renato Ariatti, lo stesso che ha eseguito la consulenza sulla mamma di Cogne. Il giovane accusa una decina di religiosi di aver abusato di lui e ha parlato di orge e riti iniziatici. Sesso di gruppo e abusi di ogni tipo cominciati quando aveva nove anni. Fatti che, però, non avrebbero trovato riscontri. Alcune delle ricostruzioni sarebbero apparse confuse e un po’ fantasiose. Più solide, invece, le dichiarazioni del fratello maggiore, motivo per cui l’inchiesta ha proceduto in modo più spedito. Il ragazzo racconta di aver subito molestie da parte di don Giglio e ha parlato di toccamenti e sfregamenti.

Non era un mistero per nessuno all’interno della comunità, del debole di don Giglio per il ragazzo. "Era il cocchino, il preferito", hanno dichiarato molti testimoni. Ma da qui a pensare agli abusi ce ne passa. "Mi batte forte il cuore", "Quando dico le omelie non faccio che pensare a te", sono alcune delle frasi che don Giglio avrebbe detto al ragazzo, riferite durante l’incidente probatorio. "I toccamenti sono cominciati quando ho confessato a don Giglio di aver avuto rapporti con Fossanova", ha aggiunto il giovane. Il tutto va collocato nel clima che si respirava nella comunità con una predicazione fatta di punizioni e minacce. Il modo in cui era predicata la dottrina era già stata al centro di un procedimento della Santa sede.

Laura Natoli