Via lo striscione per Giulio Regeni Melio attacca, scintille col sindaco

Il consigliere regionale Pd ha fatto un post su Facebook "Vergogna, a quanto pare c’è chi non vuole ottenere la verità".

Via lo striscione per Giulio Regeni  Melio attacca, scintille col sindaco

Via lo striscione per Giulio Regeni Melio attacca, scintille col sindaco

A pochi giorni dall’elezione storica il sindaco di Poggio Riccardo Paladri, civico sostenuto dal centrodestra, è finito nel mirino del consigliere regionale del Pd Iacopo Melio per la rimozione dello striscione che chiedeva la verità sulla morte di Giulio Regeni. Striscione che era attaccato sul terrazzo della facciata del Comune (e un altro è all’esterno delle Scuderie). Melio su Facebook ieri pomeriggio ha postato questo messaggio: "L’amministrazione del neo sindaco di Poggio a Caiano, sostenuto da tutto il centrodestra, ha subito tolto lo striscione in ricordo di Giulio Regeni dal balcone del palazzo comunale. A quanto pare c’è chi non vuole ottenere verità e giustizia per Giulio. Gli stessi che al governo disconoscono il reato di tortura. VERGOGNA! Oggi più che mai sono e siamo vicini a Claudio, Paola e a tutta la famiglia Regeni. Come lo saremo sempre". Un attacco diretto al sindaco.

Ma cosa è successo? Perché lo striscione è stato tolto? E’ lo stesso Palandri a spiegarlo con una nota: "In queste prime ore del mio mandato sembra che l’attenzione di una piccola parte dell’opposizione si stia concentrando, strumentalizzandola, sulla “rimozione” temporanea del cartello per Regeni dalla terrazza del palazzo comunale. Nessuno mette in dubbio la necessità di sapere la verità su quanto accaduto nel caso specifico, come in molti altri. Il cartello è stato temporaneamente rimosso il 17 maggio per fare spazio alle bandiere arcobaleno celebranti la giornata contro l’omofobia, bifobia e transfobia, una novità assoluta per il Comune di Poggio a Caiano. Secondo le regole dell’ufficio del Cerimoniale di Stato, le uniche bandiere permesse sulla facciata sono quella nazionale, dell’Ue e la bandiera del Comune o, in alternativa, la bandiera del Paese ospite. Per questo, il resto della simbologia verrà ricollocata, dandole opportuna visibilità e quanto prima, in un altro luogo in Comune". Secondo Palandri "l’esposizione di una bandiera, un cartello o un simbolo, se non seguiti da azioni concrete, pur nei limiti dell’autonomia locale, restano gesti vuoti. L’azione amministrativa e politica sarà caratterizzata da sensibilità ed attenzione a tutti i temi".