
La grande famiglia Valbisenzio. Tifose al seguito della Ischia cup del settore giovanile
"L’obiettivo, da neopromossi, era comunque quello di salvarci in un campionato che non conoscevamo e che si preannunciava piuttosto impegnativo. E ci siamo riusciti: ora alziamo l’asticella". E’ Marco Pacini, dirigente della Valbisenzio, a tirare le somme di una stagione che ha visto il club vaianese salvarsi ai playout, conquistando così il dirito di continuare a giocare in Seconda Categoria. La rosa era composta ai nastri di partenza da buona parte del gruppo che nel 2023/24 aveva vinto il campionato di Terza con Antonio Imbriano: Gianluca Galli, Alessio Fattori, Lorenzo Vignolini, Tommaso Attucci, Alessandro Duca, Giacomo Aguzzi, Matteo Pacini, Maximilian Mazzini, Federico Antonelli, Dario Caggianese, Lorenzo Tardelli, Dario Biancalani, Abdou Diop, Duccio Fioretti, Andrea Langianni, Filippo Gandolfi, Alessio Ferrari, Alessio Gramigni, Lorenzo Magnelli, Salvatore Mazzola, Rodriguez Bossahon e Luca Rossellò ed era stata affidata ad Andrea Pulidori (reduce da un’ottima annata alla Polisportiva Naldi). Qualcosa non ha però funzionato a dovere e si è reso necessario un cambio in panchina per dare una scossa: il subentrato Ettore Nanni è riuscito a rimontare sino ad eliminare l’Olimpia Quarrata agli spareggi-retrocessione. "Entrambi gli allenatori avvicendatisi in panchina hanno dato un contributo importante – ha precisato Pacini – fra i nostri obiettivi c’è sempre stato quello di valorizzare il vivaio ed il fatto di aver disputato il playout con dieci giocatori su undici nati a Vaiano penso sia significativo. Abbiamo fatto esordire un 2007 come Bongini, abbiamo un ventenne come Ferrari che sta crescendo bene. Cerchiamo una prima punta, perché abbiamo giocato di fatto con due seconde punte. Ci è mancata un po’ d’esperienza, anche perché l’età media della rosa è volutamente molto bassa. Ma ci siamo ben disimpegnati in un girone che aveva formazioni da Prima Categoria: penso alle vittorie contro la Montagna Pistoiese. Il bicchiere secondo me è tutto pieno: ci sono le basi per poter crescere ancora".
Giovanni Fiorentino