MARILENA CHITI
Cronaca

Una folla per Lucchesi. Addio a un gigante: "Ha rappresentato il dinamismo pratese"

Ieri il funerale nella basilica di Santa Maria all’Impruneta. La sua "famiglia grande", come amava definirla, e i suoi tanti amici. A officiare la messa, con altri sacerdoti, padre Bernardo Gianni .

Ieri il funerale nella basilica di Santa Maria all’Impruneta. La sua "famiglia grande", come amava definirla, e i suoi tanti amici. A officiare la messa, con altri sacerdoti, padre Bernardo Gianni .

Ieri il funerale nella basilica di Santa Maria all’Impruneta. La sua "famiglia grande", come amava definirla, e i suoi tanti amici. A officiare la messa, con altri sacerdoti, padre Bernardo Gianni .

Gremita di persone ieri la bella basilica di Santa Maria all’Impruneta per rendere l’ultimo saluto all’imprenditore Antonio Lucchesi deceduto sabato scorso all’età di 97 anni. "Tonino", come era chiamato affettuosamente da tutti, con lungimiranza, inventiva, impegno e slancio sociale ha lasciato un segno che, nel santuario mariano , è stato ricordato negli scambi di saluti tra i presenti alla cerimonia funebre. "Tonino rappresentava l’operosità del pratese, la sua inclusività, l’apertura al mondo e l’accoglienza" – ha detto padre Bernardo Gianni, abate di san Miniato a Monte di Firenze, una guida spirituale e un amico che insieme ad altri sacerdoti ha officiato la messa. "Con la sua presenza – ha proseguito – ci evocava laboriosità e dinamismo". Commovente il richiamo all’uomo di fede: "E’ andato ad incontrare il fratello Gino, l’amata moglie Elena e il nipote Leonardo, prematuramente scomparso", ha detto padre Bernardo. Lucchesi era molto legato non soltanto a lui, ma anche coinvolto nella comunità di santa Maria a Monte condividendo la gioia di stare con gli altri, del confronto e dell’amicizia, nel nome del Signore. Nelle panche, tra i figli, nipoti e parenti di quella che l’imprenditore ha sempre chiamato "la mia famiglia grande", una folta rappresentanza della vita economica, culturale e religiosa di Prato. Tantissimi gli amici fiorentini. Padre Bernardo ha parlato come se lo facesse con ciascuno di loro, ricordando la devozione verso padre Pio sorretta da numerosi suoi pellegrinaggi a San Giovanni Rotondo: ma molti ieri, fra gli amici, rammentavano anche quanta passione e capacità organizzativa Lucchesi seppe imprimere alla visita a Prato di Giovanni Paolo II il 19 marzo 1986.

Lo fece nel suo ruolo di presidente dell’Unione industriale pratese, ma soprattutto come uomo di fede. E fra l’emozione di quella storica giornata ci fu anche l’avere ricevuto la comunione proprio delle mani del Papa e anche quella di parlargli con quell’umiltà di cui sono capaci soltanto i migliori. Altri hanno ripensato al suo talento di amministratore quando fu vicensindaco nella prima giunta guidata da Fabrizio Mattei, dal 1995 al 1999. Uomo animatore delle associazioni cittadine nelle quali è sempre stato protagonista: solo per citarne alcuni il Rotary, il Tennis club Prato, Pratofutura. All’uscita della basilica accompagnando la bara bianca tanti si sono abbracciati e salutati ricordando ancora episodi e carattere di quello, che come ha detto alla notizia del decesso la presidente di Confindustria Toscana nord, Fabia Romagnoli "è stato un gigante". Sul sagrato, cesti con mazzetti di lavanda raccolta dai familiari nel giardino dell’abitazione di Lucchesi, a disposizione dei presenti. Un ricordo, per portarsi a casa il profumo della sua convivialità. La lavanda, simbolo di serenità, virtù e devozione, ma anche di forza. Quelle qualità che Lucchesi ha saputo offrire a chi l’ha conosciuto e che ha testimoniato, nella città, con il suo pensiero e le sue azioni.

ma. chi.