Una cura per il pronto soccorso Medici ‘precettati’ per coprire i turni

Il piano della Regione fornito alle Asl prevede una rotazione tra i professionisti per seguire i pazienti meno gravi

Una cura per il pronto soccorso  Medici ‘precettati’ per coprire i turni

Una cura per il pronto soccorso Medici ‘precettati’ per coprire i turni

Una rotazione programmata di tutti i medici di area medica - e con specializzazione equipollente alla medicina di emergenza urgenza - per prendere in carico i codici minori dal 3 al 5 nei pronto soccorso della Toscana. E’ questo uno dei passaggi principali della delibera licenziata dalla giunta della Regione Toscana contenente le indicazioni alle Asl per contrastare le criticità e ridurre la pressione sui pronto soccorso. Un’azione che si legge già in una delibera, la numero 622 pubblicata il 15 maggio sull’albo pretorio dell’Asl Toscana Centro con un giorno di anticipo, frutto di un percorso di collaborazione fra direzione aziendale e assessorato regionale. Nell’atto dell’Asl centro, che richiama la delibera della giunta regionale del 2021, si ribadisce che nelle situazioni di accertata criticità i direttori ospedalieri possono usare "tutte le azioni possibili per assicurare la copertura della turnistica attraverso l’adesione volontaria e condivisa con i medici di presidio compreso il ricorso alla produttività aggiuntiva". Ma nel caso in cui non ci siano adesioni volontarie per coprire turni scoperti - problema all’orizzonte con l’avvicinarsi delle ferie estive - i direttori degli ospedali potranno predisporla su base mensile attraverso il coinvolgimento di medici di presidio inquadrati in discipline equipollenti alla medicina d’urgenza, come medicina e chirurgia. Un percorso quest’ultimo ,mai praticato, per esempio al pronto soccorso del Santo Stefano, ma che adesso sulla scorta della delibera regionale potrà diventare una pratica comune. Un provvedimento che prende le mosse dalla carenza di professionisti che preferiscono lasciare la medicina d’urgenza, minata da carichi di lavoro pesanti e retribuzioni non adeguate. Basti pensare che dal 2019 ad oggi hanno lasciato i pronto soccorso dell’Asl centro 25 medici, di cui 7 afferenti a quello pratese. In quest’ultimo, dall’inizio del 2023 sono tre i dottori che se ne sono andati ed il quarto lascerà a giugno. In tutto l’organico sanitario al pronto soccorso pratese è di 22-23 persone.

Nella comunicazione regionale, arrivata nella serata di ieri, si parla di attivare percorsi veloci, in particolare per ortopedia, pediatria, ostetricia-ginecologia, otorinolaringoiatra, oculistica, dermatologia, urologia ed oncologia. Al pronto soccorso del Santo Stefano esistono già alcuni percorsi di fast track. Quello di ortopedia, per esempio, funziona h12 dal lunedì al sabato. Nel documento regionale si parla di attivare anche ambulatori con personale esperto, vicini al pronto soccorso e aperti almeno dieci ore al giorno sette giorni su sette, per le urgenze minori. Sarà istituita inoltre la funzione del ‘flussista’, funzione sulla quale di fatto Prato può già contare: è un infermiere col compito di orientare i pazienti nei vari ambulatori e seguirne il percorso. Il flussista dovrà coordinarsi con il responsabile dei posti letto. La Regione indica altre soluzioni per ridurre l’affollamento: coinvolgere le zone distretto, le società della salute e le cure primarie. Invita anche a dare seguito alla sperimentazione di postazioni di continuità assistenziale in prossimità dei pronto soccorso per chi presenta un codice lieve (quattro o cinque). Tra gli indirizzi della giunta regionale ci sono una serie di azioni tese a migliorare l’appropriatezza dei ricoveri e le dimissioni precoci e protette: a Prato le dimissioni dai reparti si fanno anche la domenica e nel fine settimana e il pronto soccorso è dotato da anni del servizio di radiologia d’urgenza dedicato. Torna poi il tema economico, non secondario per un lavoro usurante. La produttività aggiuntiva in pronto soccorso verrà pagata 100 euro l’ora per i medici e 50 per gli infermieri.

Sara Bessi