
di M. Serena Quercioli
Un giardino pieno di fedeli, quelli che non hanno dimenticato don Giuliano Guarducci, parroco della chiesa della Resurrezione, scomparso 23 anni fa. Mercoledì sera si è svolta la messa nel giorno dell’anniversario della sua morte: la gente è arrivata con largo anticipo per prendere posto fra panchine e sedie. "Era un sacerdote carismatico – ricorda Lisa Cecchi – e cantava da dieci. Ricordo le estati trascorse in parrocchia al Grest: lui era anche un valido educatore e molti ragazzi lo aiutavano". "Sì, lo ricordo molto bene – aggiunge Romina Petterlin – anche se ero piccola. Andiamo sempre a trovarlo al cimitero".
I fedeli in questi anni non sono mai mancati nelle visite sulla tomba della Misericordia. Nei mesi scorsi la salma di don Giuliano è stata esumata poiché sepolta a sterro, ma non era consumata, un fatto che ha destato emozione e stupore. La salma è stata quindi trasferita in una bara rivestita di zinco e collocata in un loculo, accanto ai genitori che da diversi anni non ci sono più. Tutto questo si è svolto alla presenza di Bianca Rosa, la coraggiosa zia quasi novantenne di don Giuliano e di alcuni parrocchiani. Bianca Rosa anche mercoledì era alla messa, in prima fila. Don Aldo Mauri, il parroco della Resurrezione, durante l’omelia ha però invitato a guardare questo fenomeno con prudenza: "E’ un fenomeno naturale. Dobbiamo invece custodire la memoria". I fedeli sono certi che don Giuliano aveva una marcia in più: "Quando era già malato – ricorda Maria Fanciullacci – mi ricevette e pur senza conoscermi sapeva chi ero e per quale motivo lo cercavo. Aveva una grande fama e ti aiutava a superare i momenti angoscianti". Don Giuliano è riuscito ad avvicinare alla fede molti uomini e donne che vivevano lontani dalla chiesa. "Ricordo le colonie estive – dice Laura Marchi – quando lui non aveva ancora la parrocchia ed era cappellano". Con don Aldo Mauri ha celebrato don Jacek, oggi parroco di Coiano, che all’epoca era vice parroco con don Giuliano e si è emozionato tanto che i suoi ricordi preferisce custodirli nel cuore.
"Si viene in chiesa, si chiede la benedizione e si pensa di essere a posto", ha detto don Aldo durante l’omelia. "Oppure c’è gente che si rivolge ai maghi e poi chiede la benedizione. E dicendo cinquanta rosari pensa di essere a posto? Meglio una preghiera, come l’Ave Maria detta bene e non andare subito dopo a parlare male degli altri. Davanti a Dio contano i fattie non le parole". Don Aldo ha ricordato inoltre che i genitori non devono essere né amici né compagni dei figli, ma educatori. La messa è stata animata dal coro parrocchiale e al termine ancora tanti ricordi di don Giuliano e un grazie, in particolare, da Bianca Rosa.