REDAZIONE PRATO

"Toccafondi non voleva vendere il Prato"

Silvano Agostinelli interviene nella polemica: "Ha ragione Biffoni". Ma Taiti lo bacchetta ancora una volta: "Si comporta da ultrà"

Mentre in città infiamma la polemica politica sulla gestione negli ultimi anni dei rapporti fra amministrazione comunale e famiglia Toccafondi, l’ex patron del Prato entra nel vivo della sua nuova avventura livornese. Ieri mattina nello studio del notaio Stefano Puccini è stata ufficialmente costituita l’Unione Sportiva Livorno 1915. Paolo Toccafondi ha infatti firmato l’accordo che gli consente di potere usufruire del marchio storico della squadra amaranto.

Il percorso che sta portando avanti Toccafondi è quello di un recupero della livornesità all’interno della nuova società. Non a caso come presidente onorario è stato nominato Enrico Fernandez Affricano, numero uno dello storico club amaranto Magnozzi Fides. "Il nostro scopo è quello di incrementare la livornesità – ha spiegato Toccafondi -. Dopo Igor Protti (è stato appena nominato club manager, ndr), il recupero della denominazione e del marchio storico grazie al club Magnozzi Fides, lavoreremo ancora in questa direzione, cercando di coinvolgere il più possibile la tifoseria e le bandiere per costruire un Livorno degno di interpretare ed esprimere al massimo l’identità cittadina".

Come detto, se Toccafondi sta sempre più entrando all’interno delle dinamiche del mondo labronico, a Prato invece la sua eredità fa ancora discutere.

La replica del sindaco Biffoni alle critiche del delegato del Coni, Massimo Taiti, e dell’esponente di Forza Italia Rita Pieri, hanno suscitato ulteriori interventi. Su tutti quello dell’ex coordinatore della lista civica La Città per Noi, Silvano Agostinelli, che ripercorre le vicende che nell’estate 2018 portarono al naufragio della trattativa fra l’imprenditore pratese Tommaso Becagli (presidente della Florentia San Gimignano di calcio femminile) e la famiglia Toccafondi.

"Per onestà intellettuale devo dire che in questa vicenda il sindaco Biffoni ha pienamente ragione – commenta Agostinelli –. Fui io personalmente ad accompagnare Tommaso Becagli dal sindaco, e nel corso dell’incontro venne spiegato al primo cittadino che il giovane imprenditore era intenzionato a rilevare il Prato Calcio. Davanti a noi Biffoni chiamò Toccafondi, comunicandogli che l’affare era fatto e che i soldi c’erano. Ma l’allora patron del Prato rimandò ogni decisione al suo ritorno dalle vacanze. Poi, all’improvvisò, spuntò il compratore dal Canada, l’avvocato Joseph Romano, e Toccafondi con Becagli non si incontrò mai". Secondo Agostinelli "all’epoca era chiara l’intenzione di non vendere la società da parte di Toccafondi. Il sindaco – conclude – ha fatto l’operazione più giusta che poteva fare, cercando ogni strada per giungere a una positiva conclusione della cessione del Prato. Ma Toccafondi non voleva vendere".

Chi invece replica a Biffoni è lo stesso Taiti. "Prendo atto che quattro anni fa il sindaco sulla vicenda dello stadio si comportò da tifoso – dice il delegato provinciale del Coni – e che oggi, ad anni di distanza da quell’episodio, continua a comportarsi come se fosse un capo ultrà".

Stefano De Biase