REDAZIONE PRATO

Texprint senza pace Gli operai in sciopero picchiati con le pietre

Scontro di versioni (a colpi di video) fra manifestanti e azienda. I Sì Cobas: "Tre pachistani in ospedale". Gli altri: "Picchetto illecito"

Tensione alle stelle ieri pomeriggio davanti alla Texprint, quando è scoppiato un violento tafferuglio fra operai pachistani in sciopero permanente e un gruppo di cinesi. Luca Toscano, coordinatore di Si Cobas, parla di una aggressione da parte di una quindicina di cinesi usciti dall’azienda di via Sabadell ai danni dei pachistani. A farne le spese sono stati tre lavoratori pachistani finiti in ospedale - uno è stato colpito con un mattone sulla testa come documenta il filmato pubblicato anche su Facebook da Si Cobas e mostrato alla polizia - mentre due sono stati medicati sul posto dagli operatori del 118. "Tutto è scoppiato quando è arrivato il camion di un cliente, fermato dai manifestanti - dice Toscano - E’ allora che sono usciti dalla fabbrica una quindicina di cinesi che hanno smantellato il picchetto e malmenato tre degli operai pachistani. Uno di loro è stato rincorso e picchiato". Per il sindacalista Si Cobas "si tratta di un’aggressione squadrista a lavoratori in sciopero". "E’ stato distrutto il presidio e sono stati rubati striscioni di solidarietà e portati in fabbrica". Per il sindacalista sarebbe stato riconosciuto tra gli aggressori uno dei responsabili dell’azienda oltre all’amministratore. "Ci aspettiamo che questo episodio grave rompa il silenzio delle istituzioni a partire dal sindaco per arrivare alla Regione- afferma - In questi mesi siamo stati dipinti come violenti per comportamenti che vanno semplicemente dallo sdraiarsi al sedersi a terra".

Differente è la versione della Texprint, che ribalda le accuse: "La violenza privata aggravata ormai reiterata ogni giorno è sfociata in una vera e propria aggressione degli operai pachistani nei nostri confronti, come è documentato dai video". Anche l’azienda ha prodotto un suo video in cui si vedono alcuni momenti concitati. L’azienda a conduzione cinese "chiederà alla procura e alla questura un intervento immediato per rimuovere il picchetto illecito che paralizza l’attività dell’azienda e impedisce ai 65 lavoratori della società di continuare a lavorare". La società ha presentato nei giorni scorsi alcune querele nelle quali "ha denunciato la crescente e preoccupante escalation di violenza che aveva caratterizzato le condotte dei manifestanti negli ultimi giorni". Per la Texprint quello di ieri "è stato l’epilogo di un disegno criminoso finalizzato a creare la colluttazione e ad alzare il livello dello scontro".