"Sulla morte di Luana non esistono certezze" Gli avvocati: vogliamo facilitare i risarcimenti

Parlano i legali dell’imprenditrice finita sotto inchiesta. Probabilmente all’inizio della prossima settimana la seconda fase della perizia

L’inchiesta che deve fare chiarezza sulla morte di Luana D’Oraio, l’operaia di 22 anni morta il 3 maggio mentre stava lavorando ad un orditoio della società L’Oridtura di Oste, è in una fase di stasi. Il perito nominato dal tribunale, l’ingegnere Carlo Gini, si è preso una decina di giorni di tempo prima di tornare nella fabbrica in cui è avvenuto l’infortunio mortale per completare la perizia sul macchinario che ha ha agganciato e ucciso la giovane operaia. Con ogni probabilità le verifiche - che saranno condotte insieme ai periti nominati dalla famiglia di Luana e quelli della difesa dei due indagati, la titolare dell’azienda Luana Coppini e il manutentore Mario Cusimano - si svolgeranno all’inizio della prossima settimana. Lo stesso consulente della procura avrà poi 60 giorni di tempo per depositare la perizia completa, iniziata sull’orditoio gemello a quello su cui stava lavorando la ragazza. Ed è proprio in questo frangente che giunge una nota del collegio di difesa dell’imprenditrice, con la quale gli avvocati invitano ad evitare fughe in avanti, riaffermando "il principio che il confronto tra tesi, debba avvenire in sede procedimentale ma ancor più che esso deve compiersi su fatti accertati". A scrivere sono gli avvocati Alberto Rocca, Barbara Mercuri e Gabriele Capetta. Che richiamano tutti ad un preciso metodo di lavoro: "Si raccolgono i dati, si formulano le ipotesi, infine si schierano le tesi provenienti da accusa e difesa, che possono anche non necessariamente divergere". Pur essendo rispettosi "del desiderio di sapere da parte di tutti e quindi del lavoro dei mezzi di informazione", gli avvocati precisano che "gli accertamenti in corso non hanno ancora raccolto sufficienti elementi a formulare ipotesi che ancora non risulta esistano". Un’inchiesta non facile, delicata sotto tutti i punti di vista. Non solo per la ricostruzione della dinamica dell’incidente, ma anche perché sullo sfondo della vicenda si apre la pagina relativa ai risarcimenti. Ed è a questo proposito che gli avvocati chiariscono la loro posizione: "Per volontà dei soggetti assistiti collaboriamo con la compagnia Unipol per attendere alle esigenze di natura assicurativa e facilitare i risarcimenti spettanti". Un documento sobrio, in cui tutte le parole sono state misurate per sgombrare il campo da "ricostruzioni contrapposte". "Siamo certi che anche la Procura condivida una tale impostazione ed agisca in piena correttezza, pertanto non è utile ad alcuno leggere che esistano già contrapposte ricostruzioni - specificano i tre avvocati - men che meno sapere che qualcuno possegga certezze". Per questo "intendiamo rispettare l’operato degli esperti, che sappiamo complesso e attendiamo con serenità il risultato di questo lavoro".