Stefano De Biase
Cronaca

Stop alle sigarette all'interno del campo sportivo

La Pietà 2004 ha deciso il divieto di fumo dentro l’impianto Faggi di via Capponi

Stop alle sigarette dentro l’impianto Faggi di via Capponi

Prato, 17 settembre 2015 - «Vietato fumare all’interno del campo sportivo». L’ha deciso la Pietà 2004 che da un lato ha imposto a calciatori, genitori e tifosi lo stop alle sigarette dentro l’impianto Faggi di via Capponi e dall’altro ha realizzato un’area fumatori all’esterno della struttura, con tanto di gazebo, così da invogliare le persone ad andare fuori dal campo sportivo per accendersi una sigaretta. Con questa scelta la Pietà 2004 è diventata la prima società dilettantistica in Toscana ad imporre il divieto di fumo all’interno di un campo da calcio.

Sigarette bandite non solo al chiuso ma anche nelle vicinanze degli spogliatoi, del bar, del rettangolo di gioco e della zona allenamenti. Insomma dappertutto. Le reazioni dei genitori dei calciatori per il momento sono state contenute. Ancora non si è vista alcuna scena di isterismo, anche se qualche fumatore incallito ha un po’ storto il naso. Durante le partite tutti aspettano la fine del primo tempo per uscire dal campo sportivo e accendersi una sigaretta: il desiderio di non perdersi nemmeno un secondo dell’incontro del figlio è infatti più forte di quello d’andare a fumare. Ma fra babbi e mamme c’è anche chi ha preso questa scelta della Pietà 2004 come l’occasione giusta per provare a smettere di fumare. E chissà se qualcuno farà come il noto allenatore Zdenek Zeman, ex Roma e Pescara fra le altre, che pur di non rinunciare alla sigaretta in panchina, la teneva in bocca spenta durante le partite di serie A.

«L’idea è venuta al dottor Montinaro che ha il figlio che gioca da noi – spiega il direttore generale della Pietà 2004, Riccardo Gualchierani – e come dirigenza l’abbiamo subito sposata. Abbiamo messo ovunque i cartelli vietato fumare all’interno del campo sportivo, anche se le multe le possiamo fare solo a chi si accende le sigarette al chiuso. Devo dire che tanti genitori si stanno sacrificando e molti altri sono invece entusiasti, perché pensano agli effetti positivi sulla salute dei figli». Insomma, attenzione al benessere dei giovani calciatori, ma anche all’aspetto educativo. E non è un caso se alla Pietà 2004 hanno preso anche uno psicologo dello sport come Marco Zambello, ex Prato. «Noi vogliamo fare divertire i ragazzi con la palla fra i piedi – conclude Gualchierani – ma anche dargli la giusta educazione e aiutarli a diventare grandi».