REDAZIONE PRATO

"Sistema già denunciato". Gli appelli caduti nel vuoto

Il dibattito fra l’ex sindaco Biffoni, i deputati La Porta e Furfaro, e Milone

La questione dello sfruttamento nelle aziende a conduzione cinese è stato al centro di un acceso dibattito in tv, alla trasmissione "Parliamoci chiaro" su TvPrato. Nella puntata dal titolo "Illegalità e distretto: Prato chiama Roma", sono stati ospiti la deputata di Fratelli di Italia Chiara La Porta, l’ex sindaco Matteo Biffoni e l’ex assessore alla Sicurezza Aldo Milone. Ha preso parte anche il deputato Pd Marco Furfaro in collegamento. La Porta si è dimostrata soddisfatta degli ultimi risultati ottenuti. "Finalmente si prende coscienza della situazione di Prato – ha detto – Sono soddisfatta per l’inizio dei lavori della commissione di inchiesta parlamentare sulla sicurezza sul lavoro. A Prato siamo troppo abituati ad avere a che fare con una situazione di illegalità diffusa e invece servono leggi ad hoc. Ho inoltre caldeggiato l’esigenza di una sede della Dda. Dispiace che il grande assente resti sempre la parte delle istituzioni cinesi". La Porta ha poi riferito che la Guardia di finanza, nell’audizione alla commissione parlamentare, ha ammesso come "da due anni a questa parte riesce a intervenire in maniera più incisiva grazie alla norma sulle ditte ’apri e chiudi’ varata dal governo Meloni". Biffoni e Milone hanno invece rivendicato le loro (diverse) azioni portate avanti nel tempo per combattere lo sfruttamento e le attività illegali. "Non è una novità, non ce ne accorgiamo solo ora di questa realtà? – ha detto l’ex sindaco di Prato – L’allarme per la presenza della mafia cinese, per la difficoltà di interagire con le istituzioni cinesi è stato lanciato più volte. Lo stesso procuratore Nicolosi, che di certo non è uno sprovveduto, ha fatto più e più appelli". Non è nemmeno una novità che esista la mafia cinese a Prato. "L’inchiesta Chinatruck, con l’aggravante del metodo mafioso, risale al 2018 – aggiunge Biffoni – Di quel processo non sappiamo più nulla, è impantanato. Difficile pensare di aprire una sede della Dda quando non riusciamo a tenere aperto neppure il giudice di pace. Il viceministro Sisto, nella sua visita a Prato, chiese al Comune e alla Provincia di prestare personale per lo sportello al giudice di pace. Mi parve una richiesta assurda". Infine Biffoni ricorda come i "veri controlli" siano partiti dopo la tragedia alla Teresa Moda grazie al progetto Lavoro sicuro della Regione.

Anche Milone ha insistito sull’allarme caduto nel vuoto per anni. "Ho lanciato per primo l’allarme nel ’96. La comunità cinese stava iniziando a prendersi il distretto con la concorrenza sleale. Sentire il Pd e i parlamentari parlare come se fosse una scoperta arrivata oggi mi fa sorridere". Milone insiste sull’uso della polizia municipale nei controlli alle ditte, cosa che oggi non si fa, sprecando "un gruppo preparato che potrebbe dare una mano in questa battaglia. Io facevo fare tre controlli a settimana e gli agenti identificavano le persone girando poi il materiale alla Questura e all’ispettorato del lavoro. Aspettare l’arrivo dei 29 ispettori ritarderà ulteriormente un intervento". "Abbiamo chiesto più ispettori e portato la presidente della commissione di inchiesta parlamentare in città – ha detto Furfaro –. Bisognerebbe però parlare anche della parte sana del distretto. Prato non è solo sacche di illegalità".