Riceve l’invito per lo screening. Ma il paziente è morto un anno fa

Prato, la lettera inviata dal centro di prevenzione oncologica "Eliana Martini", è arrivata alla moglie del defunto. "Non critico nessuno, però ci vorrebbe un po’ più di tatto per non turbare chi ha perso una persona cara"

Prato, 22 aprile 2024 – «La invitiamo a partecipare al programma di prevenzione e diagnosi precoce dei tumori dell’intestino (colon-retto). E’ scientificamente dimostrato che fare regolarmente questo esame può salvare la vita".

Inizia così la lettera-standard che viene inviata dall’Asl per lo screening di prevenzione contro i tumori intestinali. Campagna meritoria, giustissimo farla e doveroso aderire. Peccato che queste lettere arrivino anche a chi non può più partecipare alla campagna perché morto più di un anno fa e proprio per una malattia oncologica.

E quindi fa davvero dispiacere leggere frasi di questo tenore: "Purtroppo lei non ha risposto agli inviti precedenti ma noi speriamo che anche lei questa volta entri a far parte delle persone che rispondono al nostro invito, perché non è mai troppo tardi per occuparsi della propria salute". A volte invece è troppo tardi, purtroppo.

Medici in una foto di repertorio
Medici in una foto di repertorio

La missiva, partita dal centro di prevenzione oncologica “Eliana Martini“ di via Galcianese, è arrivata sabato mattina nella cassetta delle lettere della vedova del destinatario, alla Castellina.

"Appena ho visto la busta ho capito subito di cosa si trattasse prima di aprirla – spiega – visto che purtroppo negli ultimi anni ho dovuto prendere dimestichezza con queste cose".

Il marito infatti, un imprenditore, è scomparso poco più di un anno fa dopo la lotta contro una aggressiva forma tumorale.

Una banale svista, si dirà. Certo, eppure anche un errore facilmente evitabile con un aggiornamento più solerte delle banche dati, il che permetterebbe di evitare non tanto una gaffe, quanto una mancanza di tatto nei confronti dei familiari di chi non c’è più.

Una questione di educazione, insomma, perché dopo più di un anno non è possibile che nei registri delle Asl figuri ancora qualcuno che alla stessa azienda era ben noto nel suo purtroppo infausto percorso sanitario.

«Faccio presente questa situazione – spiega la signora – non tanto per facili critiche contro nessuno, ma per invitare ad avere più attenzione in queste cose, in modo da non turbare chi ha perso un proprio caro e vede arrivare lettere di questo tipo".

Tornando alla prevenzione, che vale la pena di ribadire è importantissima e salvavita, la campagna in questione è quella per la ricerca di sangue occulto nelle feci, rivolta a uomini e donne tra i 50 e i 70 anni. Basta presentarsi con la lettera ricevuta in una delle sedi indicate per ritirare il flaconcino e resituirlo dopo aver seguito le istruzioni.