
Negli scorsi giorni la Procura della Repubblica ha emesso 27 provvedimenti di conclusione delle indagini preliminari a carico di altrettante persone riconducibili al contesto dell’organizzazione sindacale Si Cobas, che da quasi quattro mesi ha avviato una vertenza sindacale nei confronti dell’azienda tessile Texprint, nel quartiere industriale del Macrolotto. I provvediment sono in fase di notifica agli interessati, che sono stati iscritti nel registro degli indagati. A loro carico la Procura riconosce la sussistenza di elementi dei reati di violenza privata aggravata in concorso, danneggiamento, percosse, lesioni personale aggravate dall’avere commesso il fatto con più persone, "posti in essere dai suddetti soggetti nell’ambito delle modalità di disimpegno del presidio allestito all’esterno della ditta interessata alla vertenza". Le condotte contestate sono rappresentate, in particolare, dalle azioni di impedimento all’ingresso e all’uscita dall’azienda dei mezzi commerciali che trasportano materie prime o merce. E’ ormai dal 18 gennaio che una parte degli operai della Texprint di Prato è in sciopero. Dall’11 febbraio un presidio permanente è allestito, notte e giorno, davanti ai cancelli della fabbrica. Una battaglia che loro stessi hanno dichiarato di condurre contro le intollerabili situazioni di sfruttamento cui sarebbero sottoposti: turni di dodici ore al giorno per sette giorni la settimana, paghe misere, negazione di tutti i più elementari diritti. "Abbiamo visto sui loro corpi i segni degli incidenti causati da un lavoro svolto senza riposi, con turni massacranti, senza sicurezza", hanno detto a più riprese i rappresentanti del sindacato Si Cobas che sta portando avanti lo sciopero da oltre 120 giorni.
Una versione dei fatti smentita da un’altra parte degli operai dell’azienda, che anche ieri mattina sono tornati a farsi sentire con un presidio di fronte al tribunale di Prato. "Siamo stanchi, non possiamo più continuare così", hanno detto. Distribuendo volantini in cui ribadivano più o meno lo stesso concetto: "Decidono loro chi può entrare in fabbrica?", domandavano, dove "loro" sta per i sindacalisti Si Cobas. "Chiediamo semplicemente di poter lavorare", è stato l’appello finale.