"Louis Fratino. Satura" è la prima personale dedicata da un’istituzione all’opera dell’artista statunitense Louis Fratino, nato nel 1993. Curata da Stefano Collicelli Cagol, direttore del Pecci, fa seguito al grande successo di critica riscontrato dall’artista nell’ambito della Biennale Arte 2024, Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere. "E’ una mostra che testimonia il percorso dal 2017 a oggi di uno dei più interessanti artisti della generazione emergente – ha detto Collicelli Cagol –. Nelle sue opere, attraverso un immaginario queer e omoerotico, Fratino aggiorna i grandi temi della storia della pittura: dal ritratto, al paesaggio, al nudo, alla natura morta, interrogandone la validità nel XXI secolo. La mostra guarda in particolare all’influenza che la tradizione artistica, letteraria e cinematografica italiana del Novecento ha avuto sull’artista. Con un formidabile talento pittorico e compositivo, Fratino risveglia i sensi di chi si confronta con le sue opere". ll percorso espositivo riunisce una serie di sculture, oltre 30 dipinti e più di 20 opere grafiche tra disegni e litografie, dando la possibilità di approfondire la ricerca dell’artista attraverso lavori esistenti e dodici nuovi dipinti caratterizzati da scenografie sontuose, paesaggi, nature morte, ambienti domestici, ritratti e momenti di intimità. Satura si concentra in particolare sulla relazione esistente tra la ricerca di Fratino e l’Italia, solo in parte ispirata dai propri antenati nati in Molise. I lavori presentati in mostra traggono ispirazione da artisti italiani del Novecento, come Filippo De Pisis, Mario Mafai, Costantino Nivola, Felice Casorati, Carlo Carrà. La mostra resterà aperta fino al 2 febbraio.
CronacaSatura, i nuovi dipinti e le ispirazioni italiane