Sanitari, sale la paura. Aumenta il rischio di aggressioni in corsia: "Urgente intervenire"

La denuncia della Fp Cgil: "La situazione è sempre più critica sia nelle strutture territoriali che negli ospedali. Adesso bisogna potenziare il personale e dotare i dipendenti di apparecchi sos".

Sanitari, sale la paura. Aumenta il rischio di aggressioni in corsia: "Urgente intervenire"

Sanitari, sale la paura. Aumenta il rischio di aggressioni in corsia: "Urgente intervenire"

PRATO

L’ultima aggressione in ospedale risale alla scorsa settimana: un’infermiera è stata strattonata per i capelli da un paziente psichiatrico, poi lo stesso, ha dato di nuovo in escandescenza e se l’è presa con una guardia giurata. L’epilogo è stata una settimana di prognosi per la guardia. Il fenomeno interessa anche le strutture sul territorio, come dimostra quanto accaduto lunedì pomeriggio in uno studio medico del centro, dove un 31enne marocchino ha dato in escandescenza tanto che alla fine è stato arrestato dalla polizia per resistenza al pubblico ufficiale, lesioni e danneggiamento aggravato. Lo straniero ha avviato a minacciare di morte i dipendenti dello studio medico. Inutili i tentativi degli agenti di riportare il 31enne alla calma: anzi quando i poliziotti hanno chiesto il documento d’identità, l’uomo si è scagliato contro di loro, colpendone uno violentemente ad una spalla, riuscendo poi a fuggire. Fuga che è durata poco e si è conclusa con l’arresto ai domiciliari dello straniero, che ha rotto a suon di calci il vetro dell’auto della polizia. Sono solo alcuni degli episodi, che quotidianamente si ripetono nei reparti, nei settori più delicati dell’ospedale come il pronto soccorso e in psichiatria, come segnalano i rappresentanti della Funzione pubblica Cgil Pistoia Prato, che ieri mattina sono stati protagonisti di un presidio sul problema della sicurezza per gli operatori della sanità davanti all’ingresso del Santo Stefano in occasione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale sanitario e socio sanitario. "Negli ultimi 5 anni, l’Inail ha registrato oltre 12.000 casi di infortunio sul lavoro legati a violenze, aggressioni e minacce, con una media di circa 2.500 incidenti all’anno, di cui il 75 % riguardano le donne. Medici, infermieri, oss (operatori socio sanitari) ed assistenti sociali sono a rischio, sono in contatto diretto con pazienti e gestiscono situazioni emotivamente delicate o ad alto contenuto di difficoltà sociale – dicono dalla Fp Cgil – . Il fenomeno è presente anche nel nostro territorio, in molti casi le aggressioni non sono denunciate. E’ importante adottare misure preventive e segnalare ogni forma di aggressione".

Dalle parole alle proposte operative: 10 sono le indicazioni che il sindacato mette nero su bianco per intervenire con urgenza "per prendersi cura di chi ci cura".

Su Prato i dati sembrano in miglioramento nel 2023 rispetto al 2022: gli infortuni nel 2022 sono stati 9 contro 2 dell’anno successivo, mentre le denunce nel 2022 sono state 42 contro le 24 del 2023. Almeno il pronto soccorso pratese si è dotato dall’estate 2019 di pulsanti antiggressione al bancone del triage.

Quali i punti dolenti sui quali è urgente intervenire? "Prima di tutto bisogna implementare gli organici per evitare che lunghe attese di accesso alle cure ed ai servizi esasperino la parte emotiva di pazienti e parenti – dicono dal sindacato – Poi è necessario attivare protocolli di intervento tra aziende e forze dell’ordine con il coinvolgimento della Prefettura per garantirne posti fissi. Le guardie giurate possono intervenire nell’immediatezza del fatto, ma poi debbono provvedere le forze dell’ordine che vanno allertate". La Fp Cgil propone anche di "fornire agli operatori apparecchi per chiamate di aiuto ed implementazione dei sistemi di videosorveglianza" e di "mettere in sicurezza le strutture ospedaliere e territoriali, come ad esempio i Serd, i servizi sociali, le guardie mediche". Alla base della sicurezza va compresa anche una specifica formazione per i lavoratori sia ospedalieri sia territoriali "per agire tecniche relazionali di de-escalation e per formare "alla prevenzione ed alla gestione delle situazioni di conflitto e a migliorare la qualità della comunicazione con gli utenti". Sono, infine, altre due le richieste del sindacato: tutelare la privacy dei sanitari e "garantire assistenza legale agli operatori vittime di aggressioni e costituzione delle aziende come parte civile nei procedimenti per episodi di violenza segnalati dai dipendenti".

Sara Bessi