ROBERTO BALDI
Cronaca

La morte di Betti. Quanti lucciconi per Rodolfo

I ricordi e gli aneddoti di chi lo conosceva bene. Stamani i funerali

Rodolfo Betti con le Pagliette

Prato, 12 giugno 2019 - Era l'amico di tutti Rodolfo Betti, scomparso lunedì mattina all’età di 87 anni. Ne hanno scritto anche su Facebook dopo la sua morte. Claudio Azzini, il ginecologo-cantante-attore, ne ricorda gli esordi teatrali, quando lo "Streheler di noialtri", come lo chiamavano affettuosamente, metteva tutti in riga e faceva diventare attori anche gli iniziati. Era un personaggio ammirevole che ha insegnato tanto a tutti noi», commenta. In quegli inizi teatrali c’era - prima con la rivista prima del Buzzi e poi con il Gruppo autonomo di medicina - anche l’inseparabile Mario Maggesi, per il quale sempre spuntava fuori una parte appositamente inventata. «Ho avuto il privilegio di essergli vicino nei giorni più difficili della sua traversata verso l’aldilà», racconta.

«Almeno una volta alla settimana ero da lui per catturargli il sorriso che vedevo spengersi di giorno in giorno». Anche Piero Zucchi, che nell’elaborazione dei testi-rivista del Buzzi gli era succeduto discretamene («con Rodolfo potevi chiedere tutto, ma andando sempre con cautela»), ricorda le notti insonni nella preparazione della rivista «che lui curava con meticolosità reinventandola e rinnovandola di giorno in giorno; era un genio dell’invenzione quotidiana». Telefonate anche di spontaneo ricordo da parte di cittadini eminenti come il Marcello Magni dei prodotti petroliferi: «L’ultima volta lo avevo accompagnato in macchina a votare, perché lui teneva più di tutti al suo dovere di cittadino, visto che amava la sua città di un amore sviscerato». E con lui Roberta Betti, amica e collaboratrice instancabile, con i cui testi e le cui canzoni, scritti congiuntamente, la moglie di Rodolfo Elita risvegliava il fiore che stava per esalare: «Negli ultimi tempi non avevo avuto il modo di rivederlo, perché c’era un giusto riserbo nel mostrarlo indifeso e stanco, lui che aveva sfidato anche i destini avversi con sempiterna ironia. Ma preferisco ricordarmelo così: fiero, brontolone, ironico, caustico mai perché voleva bene ed era riamato da tutti».

La Prato della sempiterna fiducia,quella che cade e si rialza, continua a ricordarlo con commozione. «Sapessi i lucciconi e quanta tosse/ se Rodolfo Betti non ci fosse», ha telefonato un anonimo, rielaborando il testo della canzone, mettendo Betti al posto di Prato che erano una cosa unica. Non c’è più davvero. E in tanti sono a stropicciarsi gli occhi dal pianto, perché di Rodolfo Betti non ne rinasce più. Per dargli l’ultimo saluto, i funerali sono stamani alle 10,30 alla Sacra Famiglia.