Risse fra gang di minori. La faida italiani-cinesi nei giardini di Chinatown finisce con 24 indagati

Chiusa l’inchiesta sulle aggressioni e le vendette avvenute a Prato nel 2023. Le bande rivali si sarebbero affrontate anche con tubi di ferro e tirapugni.

"Sarebbe opportuno che, al di là del procedimento penale, si aprisse una riflessione, in ambito familiare e socio-scolastico, sulle contrapposizioni violente che spesso caratterizzano i rapporti tra minori di diverse etnie, fra l’altro spesso compagni di scuola o addirittura di classe". Con questo monito la procura dei minorenni di Firenze ha chiuso le indagini nei confronti di 24 ragazzini coinvolti in tre violente risse avvenute a Prato nel febbraio dello scorso anno. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di rissa continuata e lesioni personali aggravate. Si tratta di 24 ragazzini, metà italiani e metà cinesi, tutti fra i 15 e 16 anni, alcuni anche sotto i 14, che si diedero battaglia in alcuni giardini della città, fra via Colombo e via Vivaldi. Una vera e propria guerra fra baby gang per il "controllo" dei giardini nella zona del Macrolotto Zero.

Si affrontarono senza pietà picchiandosi con spranghe, mazze di ferro, tirapugni e perfino un martello. Nel caso più grave, un quattordicenne italiano riportò la frattura della calotta cranica. Finì al Meyer e venne operato di urgenza. Se la vide davvero brutta. Da lì, sono partite le indagini congiunte di polizia e carabinieri che da tempo tenevano sotto controlli i ragazzini violenti. A un anno dai fatti, la procura minorile ha chiuso le indagini denunciando tutti. Per alcuni di loro potranno essere presi provvedimenti successivi con pene quali attività socialmente utili.

"Bisogna insistere sugli adulti – prosegue l’appello degli inquirenti – perché, nei loro diversi ruoli, devono assumersi l’impegno costante e insopprimibile di inculcare nei giovani il rispetto dei principi di legalità, solidarietà e rispetto del prossimo".

E in effetti gli episodi crearono non poco allarme sociale tanto furono violenti, e furono visti da passanti e famiglie che, in quei momenti concitati, si trovavano ai giardini.

Secondo quanto accertato dalle indagini, il primo episodio risale al 20 febbraio 2023 ai giardini di via Vivaldi. Fu il gruppo di italiani ad aggredire per primo la banda rivale di cinesi. Un ragazzino riportò un grave trauma facciale e finì all’ospedale. La risposta degli orientali non tardò: nel pomeriggio del giorno successivo ci furono ben due risse a distanza di tre ore l’una dall’altra. Fu in quell’occasione che il quattordicenne italiano venne colpito in testa con il martello riportando le gravi fratture. La scena violenta venne ripresa in un video che ben presto fece il giro del web.

Le indagini non si sono fermate ai tre episodi ma hanno scoperto anche che, nell’ambito della fazione cinese, operava un gruppo di minori dediti a veri e propri pestaggi, ai danni di coetanei, sempre cinesi, con lo scopo di esercitare una sorta di controllo del territorio.

In particolare, i carabinieri hanno ricostruito altri quattro violenti pestaggi, di cui i minori coinvolti hanno conservato tracce in messaggi e video all’interno dei loro telefonini. Sono stati acquisiti elementi che indicano come i minori avessero organizzato vere e proprie sessioni di allenamento alla lotta fisica, per prepararsi meglio alle aggressioni delle vittime prescelte in modo da picchiarle più forte. Uno dei ragazzini cinesi, che all’epoca aveva 16 anni, era una sorta di "capo" che addestrava i coetanei insegnando loro come picchiare e ’fare più male’ alle vittime. Spesso i coetanei prescelti erano compagni di classe o di scuola. Motivo che ha spinto la procura a lanciare l’appello affinché gli adulti responsabili vigilino di più sui ragazzi e su certe dinamiche.

Laura Natoli