
Riapre l’ufficio decreti ingiuntivi. Il Csm annulla il provvedimento dopo otto mesi dalla chiusura
Una vittoria di Pirro. Se da un lato, finalmente, riapre l’ufficio decreti ingiuntivi del giudice di pace, dall’altro lo si fa usando il personale che è già a disposizione, ossia spostando un amministrativo part time del tribunale che lavora da remoto. Dopo oltre un anno in cui l’ufficio è rimasto stato chiuso – in seguito alla scomparsa improvvisa dell’unica addetta – si è trovato una soluzione quanto meno per dare una "parvenza" di normalità. La situazione si è smossa in seguito al doppio ricorso presentato dall’Ordine degli Avvocati di Prato, uno contro l’assordante silenzio da parte del ministero della Giustizia sulla condizione in cui versano gli uffici giudiziari pratesi sotto il profilo di personale, l’altro contro il provvedimento assunto dal presidente del tribunale Francesco Gratteri a fine febbraio nel quale disponeva la chiusura dell’ufficio decreti ingiuntivi al giudice di pace almeno fino al 31 dicembre di quest’anno per "mancanza di personale".
Entrambi i ricorsi sono stati respinti dal Tar ma almeno hanno acceso i riflettori sul caso giudice di pace a Prato. A intervenire è stato direttamente il Csm che di fatto ha annullato il provvedimento di Gratteri ritenendolo "nullo" (dopo otto mesi dalla sua assunzione). Ora Gratteri è stato costretto a trovare una soluzione interna. Uno degli amministrativi (con contratto part time) in forza al tribunale riaprirà l’ufficio da remoto. Soluzione a cui la Corte di Appello ha dato il via libera. "L’estensione del processo telematico al giudice di pace nel giugno scorso, in seguito alla riforma, ha sbloccato la situazione – ha detto il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Prato, Marco Barone – Le cose si sono semplificate e velocizzate. Per quanto riguarda il ricorso contro il silenzio del ministero, stiamo valutando l’appello al Consiglio di Stato. Per il Tar le questioni di organico sono atti di ’macrorganizzazione’ che spettano alla pubblica amministrazione. Noi chiedevamo al ministero non solo di aggiornare la pianta organica alle reali esigenze del tribunale di Prato ma anche di inviare più personale".
La riapertura dell’ufficio decreti ingiuntivi, comunque, non soddisfa tutti. "Dal punto di vista del sindacato non è una buona notizia – ha detto Walter Vizzini, delegato funzione pubblica della Cgil – La sostanza è che gli uffici devono restare aperti e la gente deve schiantare di lavoro, deve garantire i servizi indipendentemente dal personale. Ricordiamo che al giudice di pace c’è una scopertura di organico del 70%, quattro dipendenti al lavoro sui 15 previsti in pianta organica. C’è un nuovo amministrativo ma ha solo sostituito la persona che è andata in pensione. Si è superato il concetto di limite. Le piante organiche le fa il ministero, quindi è responsabile di quello che accade. Mi viene da pensare che il nostro ministero lucri sulla salute dei lavoratori, risparmia 11 stipendi ma pretende che ogni cosa vada avanti. Pensare che quattro persone facciano il lavoro di 15 è sfruttamento".
Laura Natoli