Troppe rapine a Prato, i cinesi hanno paura: "Le istituzioni devono proteggerci"

Dalla riunione fra 18 associazioni orientali esce la richiesta di più controlli e più telecamere in via Pistoiese. Il consigliere Wong incaricato di farsi portavoce del malcontento. E una minoranza propone le ronde

L'incontro tra i rappresentanti delle associazioni cinesi e i consiglieri comunali

L'incontro tra i rappresentanti delle associazioni cinesi e i consiglieri comunali

Prato, 2 agosto 2022 - Rapine , scippi, violenze: la comunità cinese di Prato adesso ha davvero paura e vuole reagire. Voci dall’interno di Chinatown raccontano come nell’ultimo periodo sia purtroppo aumentato un trend che negli anni aveva già dato dei segnali allarmanti. Sono infatti incrementati notevolmente gli episodi delinquenziali ai danni dei cittadini cinesi. Vere e proprie rapine in serie, anche in pieno giorno, documentate dalle telecamere di sicurezza diffuse nelle zone dei Macrolotti, dove la comunità è più popolosa, oppure davanti a negozi e abitazioni. Video e fotogrammi che impazzano su WeChat, il social network più utilizzato dai cinesi, alimentando un vero e proprio clima di terrore. E le immagini effettivamente sono inquietanti. Si vede la premeditazione dei gesti, coniugata a una certa organizzazione che fa pensare a criminali professionisti e difficilmente riconoscibili perché spesso travisati.

Si vedono automobili che si fermano nei pressi della vittima, energumeni che scendono e strappano borse in pochi secondi con violenza. Oppure bande che entrano in azione anche con la presenza di altre persone per fare rapine, incuranti di esser riconosciuti, anche durante il giorno. La situazione è ormai fuori controllo. E la comunità cinese pensa a contromisure da introdurre per arginare questi fenomeni e provare a ridimensionare la psicosi che condiziona in città ormai migliaia di cittadini. Più sicurezza, maggiori tutele e giustizia certa: sono queste le tre direttrici su cui le 18 associazioni cinesi più rappresentative di Prato vorrebbero orientare la propria azione.

Domenica scorsa è stata indetta la seconda riunione di questo percorso, la prima è avvenuta il 14 maggio. In queste occasioni è stata ribadita la necessità di chiedere maggiori controlli alle istituzioni. Azioni concrete e percepibili. In caso contrario, dicono alcuni dei partecipanti a quelle riunioni, c’è chi sarebbe pronto a organizzare delle ronde nel quartiere, alimentando però un clima già molto teso che potrebbe sfociare in derive pericolose. Ipotesi che fortunatamente non mette d’accordo la maggioranza dei partecipanti a questi tavoli. "Queste vicende – spiega Huang, presidente dell’associazione dell’amicizia dei cinesi di Prato, tra le più rappresentative in città – stanno condizionando fortemente la nostra quotidianità. Sono fatti gravi, spesso impuniti, che avvengono con troppa facilità". Per questo alle istituzioni locali vengono chiesti "controlli puntuali, l’installazione di nuove telecamere in via Pistoiese e un presidio più diffuso delle forze dell’ordine nel quartiere, ma non solo". "Perché – gli fa eco un altro rappresentante delle associazioni – ci sono troppe persone che hanno paura anche ad andare a fare la spesa o semplicemente varcare la soglia della porta di casa propria o della propria attività. Non può essere vita questa".

I soggetti più determinati a portare avanti questo percorso spaziano da Ramunion Italia all’associazione dei giovani imprenditori, Cna e via discorrendo. Al consigliere comunale Marco Wong, presente anch’esso all’incontro, è stato affidato il compito di portare in consiglio comunale questo problema insieme alla consigliera Teresa Lin, cercando di favorire l’inizio di un percorso di collaborazione continua tra associazioni e istituzioni. Si dice pronto a cooperare anche il Consolato della Repubblica Popolare a Firenze. Intanto, su WeChat, circolano con insistenza messaggi in cui viene chiesto di denunciare aggressioni e rapine. Anche se a sentire molti utenti, a giudicare dai commenti nei vari post, denunciare servirebbe a poco e nulla. Inoltre, le stesse associazioni sono pronte a fare partire una vera e propria campagna social, per invitare i cittadini cinesi a non uscire con gioielli e soldi contanti e comunque a usare sempre molta prudenza nei propri spostamenti. Le associazioni più rappresentative del territorio si incontreranno domani con l’assessore all’Immigrazione Simone Mangani. Per fare il punto sulla situazione è stato chiesto l’intervento anche di alcuni rappresentati del Consolato cinese a Firenze.