Quelle storie di donne e resistenza

Il Comune di Montemurlo celebra l’anniversario della Liberazione con una cerimonia ufficiale. Il programma

Storie di donne e resistenza: Montemurlo celebra domenica la festa della Liberazione del territorio dal nazifascismo, di cui quest’anno ricorre il 78° anniversario. Ai protagonisti di quegli eventi drammatici sarà reso omaggio con un programma di appuntamenti che interesserà tutta la giornata. Alle 11.30 il sindaco Simone Calamai deporrà una corona d’alloro al monumento ai caduti in piazza della Libertà a cui seguiranno un discorso commemorativo e la lettura di alcuni brani legati alla memoria di quei giorni di resistenza. La storia ci racconta che l’8 settembre del 1944 i primi carri armati alleati giunsero a Montemurlo ma non poterono procedere oltre Bagnolo, perché il ponte sul torrente era stato interrotto dai tedeschi. Così, l’avanzata continuò i giorni seguenti e proprio l’11 settembre vicino al palazzo comunale ci fu un cruento scontro a fuoco tra le truppe alleate che avanzavano e i tedeschi in ritirata. La battaglia costò la vita ad un uomo, il ferimento di due donne ed il danneggiamento del municipio, ma di fatto segnò la liberazione del centro di Montemurlo. Le celebrazioni proseguiranno alle 21.15 nel parco di Villa Giamari (piazza Don Milani) con "Eppure era bella la sera", reading musical-teatrale, una produzione Teatro Metropopolare con il patrocinio della Fondazione museo della deportazione di Prato, con ingresso libero. Le donne furono staffette, fattorine, infermiere, vivandaie e combattenti: trasportavano esplosivi nella borsa della spesa, animavano gli scioperi nelle fabbriche e imbracciarono le armi. La voce di Giulia Aiazzi disegnerà un percorso di memorie, storie e paesaggi, accompagnata da canti eseguiti dalla fisarmonica di Matilde Toni. La regia è di Livia Gionfrida con musiche dal vivo di Simone Faraoni. La serata sarà aperta dai saluti del sindaco, dell’assessore alla memoria e dell’Anpi Prato. Alessia Cecconi, direttrice della Fondazione Cdse, traccerà un ritratto delle donne della Resistenza nel pratese. Come Tosca Martini che 1° maggio 1944 fece issare una bandiera rossa sul cipresso più alto di Usella in Valbisenzio. La bandiera era stata cucita dalle donne del paese, come simbolo di rivolta verso la guerra: per questo episodio Tosca fu catturata e interrogata sotto tortura a Firenze dalla Banda di Mario Carità.