Il procuratore di Prato Luca Tescaroli "ha ragione, è un magistrato molto serio. Le sue parole sono importanti", "nel codice genetico dei mafiosi c’è l’imperativo di rigenerarsi, oggi le mafie cercano altre alleanze, sono più diffuse, sono transnazionali, sono tecnologiche, più diffuse. I grandi boss sono diventati manager, imprenditori".
Lo ha dichiarato don Luigi Ciotti, presidente di Libera, a margine della terza edizione del festival di Oxfam Italia a proposito delle parole di Tescaroli che ha auspicato, in una dettagliata relazione, "la costituzione di una direzione investigativa antimafia nel tribunale della città".
"Dalla procura nazionale antimafia emerge che oggi i rapporti tra mafia e politica in Italia sono diffusi, disincantati e pragmatici - ha aggiunto don Ciotti -. Tre parole che ci inquietano, ci pongono domande. Sono 170 anni che in Italia parliamo di mafie: nonostante impegno e passi avanti che sono stati fatti, non dimentichiamoci che l’ultima mafia è sempre la penultima".
Forte era stata nelle settimane scorse anche la voce di don Andrea Bigallli, coordinatore toscano di LIbera, che aveva puntato il dito su chi non vuol vedere la sinergie di mafie sul territorio pratese all’indomani del pestaggio al presidio sindacale a Seano.