Quei viaggi danteschi con la musica in cuffia

Migration

Un viaggio attraverso i luoghi simbolo del centro storico fra danza, musica e riferimenti danteschi. Ha visto la partecipazione di un centinaio di persone la tre giorni di iniziative di ‘Dan(za)te’, organizzata da Progetto Danza Prato con il patrocinio del Comune e del comitato nazionale per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte del sommo poeta. Per tre domeniche di giugno, gruppi di dieci visitatori per volta hanno rievocato le suggestioni del viaggio dantesco, spostandosi a piedi fra monumenti e palazzi del centro in un itinerario dedicato a ognuna delle tre cantiche della Divina Commedia. La prima camminata si è incentrata sull’inferno: dai giardini di Sant’Orsola che simboleggiano la selva oscura, al Cassero medievale fino al Museo del Tessuto, caratterizzato dai suoi tessuti di color rosso che rievocavano le fiamme dell’inferno. La particolarità è stata data dal fatto che si camminava indossando rigorosamente le cuffie, ascoltando una playlist preparata per l’occasione. "Un modo per fare concentrare lo sguardo dei visitatori su quello che li circondava", spiega Laura Sciortino, responsabile scientifico e curatore dell’iniziativa. La seconda passeggiata ha riguardato il purgatorio, in una sorta di risalita di purificazione. La partenza è stata da piazza Ciardi con la Mongolfiera di Bagnoli, passando per piazza Cardinale Niccolo, a cui Dante indirizzò un’epistola, per concludere il percorso nella Cappella Migliorati, all’interno del chiostro di San Francesco, in un simbolico accesso verso la cantica del paradiso. L’ultima camminata è stata dedicata al paradiso. Da piazza dell’Università con la sua cupola geodetica, al Castello dell’Imperatore, fino al cortile di Palazzo Pretorio in un itinerario che invitava ad alzare lo sguardo verso il cielo. "E’ stata un’esperienza suggestiva sia per chi l’ha organizzata che per chi l’ha vissuta da visitatore", conclude Sciortino. "Attraverso Dante e la danza abbiamo compreso che è possibile sollecitare ricordi e riscoprire i luoghi della nostra città".

Stefano De Biase