Prato prima in Italia con 2500 imprese energivore

Fra i settori che più soffrono per l’impennata dei costi energetici spiecca il tessile. Spesso non ce n’è percezione, ma le lavorazioni tessili sono quasi tutte ufficialmente energivore, con tintorie e rifinizioni che sono anche e soprattutto gasivore (i criteri sono fissati dalle ’nuove linee guida sugli aiuti di stato all’energia e all’ambiente’ dell’Unione Europea pubblicate alla fine dello scorso dicembre). Nel caso delle oltre 2.500 imprese tessili del distretto pratese ben tre quarti di queste, esattamente il 76%, la quasi totalità delle imprese con consistente utilizzo di macchinari, sono energivore; fra le aree tessili italiane Prato è la prima per consumi di energia elettrica, sfiorando da sola il 15% del totale dei consumi nazionali nel settore (dati Terna 2019).

L’impatto enorme e destabilizzante dell’incremento dei costi energetici viene denunciato dalle imprese della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord fin dagli ultimi mesi del 2021: ma oggi la situazione ha raggiunto e varcato il limite della capacità di sopportazione da parte dei conti aziendali con consegueze drammatiche per l’occupazione. La volatilità dei prezzi delle materie prime alimenta in misura esponenziale i problemi di approvvigionamento delle imprese. Sempre più aziende stanno lamentando la difficoltà di trovare fornitori. È in queste settimane che generalmente si rinegoziano i contratti per il prossimo anno termico, che parte il primo di ottobre e dura fino al 30 settembre successivo. Finora le imprese sono riuscire a far fronte agli aumenti esorbitanti anche grazie ai prezzi bloccati delle forniture. E da ottobre cosa accadrà?.